Straulino e Montello: le villotte al servizio di un Friuli globale

Alle antiche canzoni friulane con cjantis e danzis è stato dedicato il secondo appuntamento di Avostanis 2013 ai Colonos di Villaccia di Lestizza
Villacaccia di Lestizza, 01/08/2013 - Associazion cultur‰l Colonos - Avostanis 2013 - COME CHE IL DIÕ AL NAS DA LA GNOT SCURE - Cjantis e danzis (la vilote furlane) - cun Lino Straulino cister, tambžr altadriatic, bogul, gudu-gudu, argagns e v™s e Stefano Montello argagns e v™s - Progjet Integr‰t Culture dal frižl di mie par Musica in Villa in colaborazion cui Colonos - Foto Luca d'Agostino/Phocus Agency © 2013
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LESTIZZA. Gabriele D’Annunzio ha scritto sulla villotta friulana: “Breve come il dardo e come il fiore, come il bacio e come il morso, come il singhiozzo e come il sorriso”. All'antica villotta friulana con cjantis e danzis è stato dedicato il secondo appuntamento di Avostanis 2013 ai Colonos di Villaccia di Lestizza.

Lino Straulino e Stefano Montello, due musicisti friulani diversi fra loro per i percorsi musicali che hanno intrapreso, si sono messi assieme per affrontare una nuova e affascinante ricerca storico-musicale incentrata sulla villotta friulana.

Come è stata condotta questa ricerca? La cosa è nata dall'interesse sulla possibilità che il canto antico friulano possa offrire degli spunti interessanti a chi voglia far musica oggi in Friuli. Si parte dalle origini definendone le peculiarità e le caratteristiche, per passare a come si è sviluppata dal canto patriarchino aquileiese, ricco di suggestioni mediorientali, per arrivare ad affermarsi tra il popolo, soprattutto tra i contadini. Il nome villotta, purtroppo, non rispecchia con precisione quello che era il canto friulano nel senso che sarebbe più corretto chiamarla cjant o danze.

Villotta è un termine coniato dai veneti che aveva lo scopo di inquadrare questi canti. Ne ha, però, provocato un primo deterioramento. Il discorso del canto popolare friulano è uno degli esempi in cui la ricerca, fatta nel tempo, è stata molto utile e importante, ma si è rivelata lontana da quello che era lo spirito originario di questi canti perché è difficile ritrovarne le radici.

Quello che hanno proposto Straulino e Montello è una ricerca nella tradizione più pura, più antica, degli elementi fondamentali che sono alla base di questi canti. Esistono fortunatamente dei registri di musica friulana con le sue specificità sia a livello di composizione musicale che di partitura letteraria. L'intenzione di Straulino e Montello è quella di fornire, attraverso lo studio intrapreso, gli elementi per poter scrivere nuove villotte. Il passato interessa fino a un certo punto, ma è utile per costruire il futuro.

La vera novità di questo lavoro è proprio l'idea della creatività, del fare cose nuove in friulano. In realtà già un secolo fa, nei primi anni del Novecento, era avvenuta una prima rinascita della villotta friulana con Garzoni, Zardini e altri. Oggi si tratta di riprendere in mano questo antico canto di contadini e cercare di costruire qualcosa che possa dare alla musica e anche ai testi la riconoscibilità che una musica di popolo deve avere.

«Negli ultimi vent’anni – dicono Straulino e Montello – è stata prodotta molta musica in Friuli, che di friulano aveva solo il testo. Oggi cerchiamo di riprenderla in tutta la sua interezza, testi e musica». Prossimo appuntamento, questa sera (sabato 3 agosto) con Fragjil, anzit resistent che prevede la mostra di opere di Chris Gilmour e Elisabetta Novello, presentata da Angelo Bertani.

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