Stroncato dal male a 23 anni

FIUME VENETO. Ci sono vite che se ne vanno troppo presto, portate via da un destino che compie il suo disegno in modo netto e deciso, senza possibilità di replica. Esistenze spezzate, e con esse sogni, speranze, progetti. Cristian Pantarotto aveva 23 anni, da dieci lottava contro il male che l’aveva colpito tre volte: ieri il giovane si è spento all’Hospice di San Vito, dove era ricoverato da tempo.
Lascia nel dolore la mamma Liliana, casalinga, il papà Giovanni, pensionato dopo anni di lavoro alla Savio, il fratello Elia, portiere del Torre calcio, e la sorella Lara. Una famiglia distrutta, attorno alla quale si sono stretti amici e conoscenti nel difficile compito di tentare di alleviarne il dolore.
Cristian è vissuto per pochi anni, ma la sua esistenza ha lasciato un segno profondo in chi lo ha conosciuto. Era lui, nonostante la malattia, a dare forza ai suoi cari: «Ce la devo fare. Sono più forte del male», ripeteva sempre.
Lo diceva a se stesso e a chi gli voleva bene. Non ce l’ha fatta, ma fino alla fine Cristian ha lottato. L’ha fatto con coraggio, colmo di speranza, anche quando la speranza avrebbe potuto lasciare il posto a sentimenti ben più cupi. «Sorrideva sempre – ricorda il fratello Elia –, aveva la battuta pronta: era lui a darci coraggio. Ha combattuto con tutte le sue forze per vivere, amava la vita».
Dopo aver lavorato per un periodo alla Friulintagli di Brugnera, Cristian da qualche tempo era impiegato come operaio alla Progetto stampi di Praturlone. «I suoi colleghi sono stati fantastici – prosegue Elia –: gli hanno dato una grossa mano, fino a quando è riuscito ad andare a lavorare».
Dopo aver sconfitto per la prima volta la malattia, Cristian aveva iniziato a giocare a calcio col Fiume Bannia, quindi era passato al Pescincanna. Amava il calcio, ci ha giocato sino a quando ha potuto, sino a quando la malattia non si è fatta più intensa e l’ha obbligato a concentrarsi solo su di essa. Cristian non c’è più, il male ha vinto, se l’è portato via. Ma il suo sorriso, il suo coraggio continueranno a essere la stella polare di chi gli voleva bene.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto