Studentato in Borgo stazione a Udine, il rettore: «Lì i ragazzi non ci vogliono andare»
Il rettore Pinton sconsiglia alla Regione di puntare sull’ex hotel Europa e su casa Burghart. L’intervento in margine alla cerimonia allo stadio alla quale hanno partecipato i neolaureati
L’università ha sconsigliato alla Regione di realizzare lo studentato in Borgo Stazione. «Lì gli studenti non vogliono andare, chiediamo soluzioni alternative praticabili e accettabili». Così il magnifico rettore, Roberto Pinton, a margine della manifestazione dedicata ai neo laureati Graduation day, organizzata, ieri allo stadio Friuli.
La storica Casa dello studente di viale Ungheria non sarà utilizzabile per molto tempo e l’ateneo chiede soluzioni «alternative praticabili e accettabili» perché l’offerta didattica deve poter contare su servizi adeguati anche per quanto riguarda gli alloggi.
«I dati delle immatricolazioni confermano i numeri dello scorso anno» ha sottolineato il rettore prima di accogliere gli 800 neo dottori presenti allo stadio con amici e parenti. «L’università – ha spiegato Pinton – chiede alla Regione «soluzioni alternative praticabili e accettabili, su Borgo stazione sappiamo che c’è una grande attenzione da parte del Comune, ma quella zona deve essere rivitalizzata». Il messaggio del rettore pare chiaro, Borgo Stazione con tutti i suoi problemi anche di sicurezza non è il luogo ideale per ospitare gli studenti nell’ex hotel Europa e nella casa Burghart.
L’intero complesso è stato acquistato da privati e tra i suoi utilizzi possibili è previsto lo studentato. «L’edificio a fianco della stazione agli studenti non piace, non lo dico io sono i ragazzi a dirlo. Alla Regione ho sconsigliato quella soluzione perché non la vedo adatta e perché non vorrei rischiare di mettere a disposizione una struttura dove la gente non vuole andare. Noi non posso costringere i ragazzi a farlo» ha aggiunto il rettore secondo il quale un’alternativa potrebbe essere l’ex sede della Fondazione Friuli in via Manin. «Ma in questo caso – sono sempre le sue parole – l’accordo lo devono trovare la Fondazione e la Regione.
L’università chiede una soluzione alternativa alla Casa di viale Ungheria. Lo fa rendendosi disponibile a collaborare per cercare soluzioni anche costruendo una seconda Casa dello studente ai Rizzi». Trattandosi di un problema sentito dagli studenti, l’ateneo non può evitare di farlo presente: «Credo – continua Pinton – sia arrivato il momento di prendere in mano, in maniera decisa, il programma a medio termine per trovare una soluzione».
Fin dal suo insediamento, il rettore punta sui servizi agli studenti e sul concetto di comunità accademica. La manifestazione di ieri è solo un esempio al quale hanno collaborato, in veste di volontari, anche i dipendenti dell’università. «Lo staff è composto da volontari che hanno dedicato la loro domenica alla comunità perché sentono che siamo una grande famiglia». Pinton l’ha sottolineato prima di salutare gli oltre 800 neo-dottori – complessivamente sono più di 2 mila – e di partecipare al tradizionale lancio del tocco.
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