Studenti contro le regole sul diritto allo studio

I rappresentanti nel Cda Erdisu a Tondo: regole ingiuste, quel decreto va bocciato. La presidente Buosi: no all’anticipo dei test di ammissione all’università
Udine 19 dicembre 2012 Protesta università Copyright Massimo Turco / Diego Petrussi
Udine 19 dicembre 2012 Protesta università Copyright Massimo Turco / Diego Petrussi

UDINE. Studenti universitari sul piede di guerra anche a Udine: contestano l’anticipo dei test di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato e il decreto ministeriale sul diritto allo studio che il prossimo 28 febbraio sarà all’esame della conferenza Stato-Regioni.

I rappresentanti nel Consiglio di amministrazione dell’Erdisu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario), Enrico Degano, Ndack Mbaye e Nicola Tosolini, assieme ai colleghi di Trieste, chiedono al governatore, Renzo Tondo, e all’assessore regionale, Roberto Molinaro, di bocciare il documento presentato dal ministro Profumo a meno che non venga emendato con le richieste degli studenti.

Ma andiamo con ordine. La prima, ieri, ad alzare la voce contro la decisione del ministro Francesco Profumo, di anticipare di un mese, e il prossimo anno ad aprile, i test di ammissione all’università è stata la presidente del Consiglio degli studenti, Alice Buosi: «Non ha senso anticipare i test a luglio e poi ad aprile, in un periodo in cui i ragazzi sono alle prese con la maturità. Molti studenti decidono dopo cosa fare e questo è un loro diritto».

La questione sarà affrontata nella prossima seduta del Consiglio degli studenti, nel frattempo, assicura anche la vice presidente del Consiglio, Fernanda Marchiol, gli universitari udinesi restano in contatto con i colleghi della rete nazionale Link assieme ai quali decideranno le azioni da intraprendere per convincere il prossimo ministro a una marcia indietro.

Analoga la questione del diritto allo studio sul quale, secondo i rappresentanti nel Cda Erdisu, «lo Stato fa un passo indietro». Diversi i punti contestati dagli studenti, in primis il limite di età, 25 anni per i corsi triennali, 32 per le magistrali, visto che «secondo la Costituzione il diritto allo studio va garantito ai meritevoli privi di mezzi e non in base all’età anagrafica». Il decreto, sempre secondo gli studenti, eliminando il “bonus dei crediti” riduce il numero delle borse di studio erogabili, rincara i servizi abitativi, taglia il numero degli aventi diritto e deresponsabilizza lo Stato che non è più vincolato a garantire la copertura delle borse di studio.

«Troppo spesso - scrivono in un documento congiunto gli studenti di Udine e di Trieste - abbiamo visto tagliare i fondi al diritto allo studio, ecco perché chiediamo al prossimo ministro di modifica il decreto e al governatore Tondo e all’assessore Molinaro di non votare il documento che sarà analizzato il 28 febbraio dalla Conferenza Stato-Regioni, a meno che non venga integrato con le nostre richieste».

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