Subaffitti abusivi, a Pordenone scattano i controlli

Dopo le segnalazioni di occupazioni illecite in cambio di denaro, verifiche a tappeto sia in città, sia in provincia
FOTO MISSINATO -CASE POPOLARI
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Giro di vite negli alloggi Ater per verificare la presenza di abusivi e di subaffitti illegali. I controlli sono partiti nei giorni scorsi nelle case di Vallenoncello – dove sono state segnalate situazioni anomale dagli stessi inquilini – e proseguiranno in altre zone della città e della provincia. «Abbiamo disposto verifiche con particolare attenzione alle aree che sappiamo essere più critiche – conferma il presidente Claudio Serafini – ma non posso dire di più per ovvie ragioni».

Le ispezioni sono necessarie per verificare se, agli intestatari degli appartamenti, corrispondano gli effettivi residenti o se invece ci siano, come denunciato anche al nostro giornale da alcuni residenti del quartiere di Vallenoncello, occupazioni abusive dietro compenso in denaro ovvero subaffitti illegali. I controlli che Ater oggi riesce a fare sono limitati perché il personale deputato a farlo è impiegato anche in altre mansioni. Lo scorso anno l’ente aveva fatto un concorso per assumere un ispettore che si occupasse di questo compito. Il contratto è scaduto e la persona – una donna – è stata rimpiegata ma attualmente con altri compiti. «I risultati ci sono stati – spiega Serafini – e il fatto che questa persona sia destinata ad altra funzione non significa che i controlli non vengono fatti, anzi».

Le verifiche sono uno dei compiti di Ater che, trovandosi in una fase di transizione – lo stesso Serafini ora è presidente di tutte le Ater e per mandato della precedente giunta regionale deve occuparsi del progetto di fusione – non può mantenere attività extra. «Se il progetto di fusione che ho sottoposto alla giunta regionale andrà avanti come spero – analizza il presidente – è pensabile istituire delle verifiche itineranti. Se per esempio a Pordenone ci sono problemi maggiori che a Udine, nulla vieterà che il personale di Udine faccia i controlli da noi».

Anche Ater deve fare i conti con esigenze di bilancio ed è per questo che il presidente attende con apprensione le decisioni a livello centrale che riguarderanno l’Imu. «Per Ater Friuli Venezia Giulia – ricorda – parliamo di una quota di 6 milioni di euro che per noi ha un valore importante perché è la quota che possiamo destinare a interventi importanti anche sul fronte della sicurezza». Non tanto dei controlli quanto della sicurezza degli immobili. «A Trieste per esempio c’è l’esigenza di dotare molti stabili di ascensori perché gli anziani fanno anche sei piani a piedi». A Pordenone i soldi risparmiati in Imu andrebbero per le manutenzioni del patrimonio più vecchio.

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