Sugarpulp, «Noi e il lato oscuro del Nord-Est»
Lo sbarco ufficiale a Udine è previsto il prossimo fine settembre al Visionario, ma già domani Sugarpulp-Udine farà una breve anticipazione di sé nell’ambito degli aperitivi al Mercoledì dei Sarpi, con la presentazione, a cura di Nicola Skert e Valentina Viviani, di tre volumi che rispondono alle caratteristiche cultural-letterarie di Sugarpulp: un movimento, nato a Padova, che coniuga e meticcia i generi in un linguaggio che mutua tempi ed espressività dal cinema, una scrittura rapida ipercinetica e concisa per narrazioni a duecento all’ora, per storie che raccontino l’oggi e il territorio del Nord-Est, inteso come luogo a suo modo assai rappresentativo della nostra contemporaneità confusa.
Ed ecco i tre libri: D'amore non si muore, un giallo di Stefano Caso, Regina nera di Matteo Strukul, uno dei fondatori di Sugarpulp, e Nemmeno il tempo di sognare, di Pierluigi Porazzi, che racconta una Udine nera, descritta attraverso le indagini riguardanti l'omicidio di una transessuale.
«Tre romanzi Sugarpulp, accomunati da una concezione della letteratura e della narrazione, ma anche tre romanzi molto diversi – racconta lo scrittore friulano Pierluigi Porazzi, anima di Sugarpulp-Udine –: si va dal giallo classico al noir, al thriller, con contaminazioni evidenti in ognuno dei tre romanzi. Romanzi che raccontano i nostri luoghi, il nostro tempo, e la società che li circonda».
Uno degli imperativi di Sugarpulp è raccontare il luogo, in questo caso il Nord-Est: ché sugarpulp, sintesi tra lo zucchero (sugar) delle barbabietole, coltivazione assai diffusa a Nord-Est, sinonimo di civiltà e tradizioni contadine, e pulp, la filosofia splatter di delitti, trash e quant’altro di poco conforme alla norma, è assurto a espressione più genuina dell’Occidente in decadenza così come veicolato da Pulp Fiction, il film capolavoro di Quentin Tarantino.
Ma perché proprio il genere del noir, del giallo, del thriller, appiccato al Nord-Est? «Perché – spiega Porazzi – è una realtà apparentemente diversa, operosa e virtuosa, dalle grosse realtà metropolitane del crimine e di traffici più o meno leciti. Se però si va a scavare sotto la superfice, proprio per la sua posizione geografica di terra di frontiera, si scopre che molti collegamenti internazionali della malavita passano di qua e si fanno anche sentire. C’è da dire, inoltre, che in tempi di globalizzazione il Nord-Est non è esente da quelle contraddizioni e lacerazioni – di crisi economica, di identità perdute e di crollo dei valori – che ormai investono gran parte del pianeta. L’oggi del nostro Nord-Est è riconoscibilissimo anche al di fuori dei suoi confini».
E forse è proprio perciò che la scrittura in questi romanzi insegue o fotografa un linguaggio quasi desunto dalla realtà, dal cinema, dalla gergalità quotidiana... Ancora Porazzi: «Certamente, questa è letteratura contaminata da tutti i modi di espressione dell’attualità – dal cinema alla tv, dai cortoons, agli sms al fumetto –, dal momento che sono nell’immaginario non solo degli autori. I quali autori per arrivare al pubblico dei nostri giorni devono avere un certo tipo di linguaggio, di registro: non si può scrivere come nell’800, in maniera troppo descrittiva o troppo dettagliata. Questo non implica che ci si debba appiattire all’espressività corrente. Non fosse altro per non annoiare mai il lettore, che invece cerca sempre qualcosa di nuovo».
Porazzi, due romanzi pubblicati da Marsilio, è al lavoro sul prossimo. «Al momento sto pensando soprattutto al seguito del primo romanzo, L’ombra del falco, di cui riprenderò il finale aperto e svilupperò il personaggio misterioso che arriva nell’epilogo. Mantenendo sempre però un occhio vigile sulla società. A proposito dei miei romanzi si è parlato di social thrillers: una definizione che calza al meglio».
Dieci, infine, i comandamenti della poetica Sugarpulp: 1) Il legame con il territorio, 2) La forza del racconto, 3) Una lingua viva e vera, 4) L’ironia, 5) Visibilità, 6) Epica, 7) Niente snobismi, 8) Neopulp, Crossver e Fusion, 9) Una narrativa rivolta a tutti e 10) Un manifesto aperto... Quale o quali si addicono di più a Porazzi? «I primi tre e il settimo: Niente snobismi».
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