Suicida a 30 anni perché precario, la memoria di Michele vive in una canzone

Michele, «un ribelle», un giovane dall’animo «affranto» e con la rabbia «per ciò che gli è stato tolto o mai dato». Così Francesco Scatigna (“il Diplomatico”), un giovane cantante che ha scritto una canzone su Michele Valentini, il ragazzo friulano che, nel dire addio alla vita nel febbraio dello scorso anno, lasciò una lettera per denunciare l’eterna precarietà in cui lui, e tanti altri ragazzi come lui, sono costretti a vivere.
«Sono venuto a conoscenza della lettera di Michele tramite i social - racconta il Diplomatico - e da lì mi sono documentato sulla sua storia. Mi ha colpito molto leggere quelle parole, che tutto parevano, fuorché parole di un ragazzo che poco dopo si sarebbe tolto la vita. Quelle sono righe colme di rabbia mista a indignazione e disprezzo nei confronti di persone che hanno fatto di questo mondo il loro bordello e di noi i loro burattini su misura».
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Alla mamma di Michele «ho espresso il mio più intimo e personale pensiero: “suo figlio è un ribelle”, si, perché io in quelle frasi ci ho visto l’animo di un giovane affranto, bruciare per ciò che gli è stato tolto e mai dato».
Ed ecco “Michele”, una delle cinque canzoni dell’album dal titolo “È tutto un falso” che verrà presentato lunedì 23 luglio, nell’osteria “dai Kankari” un locale nel veneziano, famoso per la musica dal vivo.
Protagonisti, oltre a Francesco, il gruppo musicale “Diplomatico e il il collettivo Ninco Nanco”, composto da Alberto Campagnaro, Giovanni Favaro e Tony Santini. Si tratta di quattro ragazzi tra i 25 e i 40 anni, con la passione per la buona musica e per il cantautorato, che si sono ritrovati, nel settembre 2017, a suonare insieme per puro caso, dando vita ad un progetto basato su tre punti fondamentali: libertà, onestà e obbligo morale.
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Francesco è emigrato da Monteiasi, in provincia di Taranto, «all’età di 20 anni per cercare lavoro in Veneto. A distanza di quasi dieci anni dalla mia partenza, mi sono reso conto che ciò di cui avevo realmente bisogno era “serenità”» spiega.
Il resto del gruppo è veneto doc e della musica ne ha fatto uno stile di vita. «Alberto Campagnaro, il più giovane tra noi, è un insegnante di chitarra in una scuola di musica di Montegalda, in provincia di Vicenza; Giovanni Favaro, il bassista del gruppo, nonostante lavori come bagnino in una piscina a Mestre, studia al Conservatorio di Rovigo; il batterista, Tony Santini, suona in più gruppi e dopo il lavoro frequenta corsi di musica per aggiornarsi e allargare i suoi orizzonti musicali» conclude Francesco.
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