Superbonus, si cambia ancora: ecco le nuove regole su proroghe e quarta cessione del credito

La prossima settimana il Dl Energia dovrebbe recepire una serie di emendamenti presentati. Si va verso la quarta cessione, ma con alcuni paletti

UDINE. Superbonus, ecobonus, sismabonus 110 si cambia ancora. Come? Le novità dovranno entrare in decreto legge la prossima settimana, ma il governo sembra orientato ad adottare le misure richieste – con alcune modifiche – presentate in un ordine del giorno dalla maggioranza dei partiti. Di cosa parliamo? Intanto una proroga dei termini del superbonus per le abitazioni unifamiliari e la possibilità di riconoscere alle banche la possibilità di cedere, in qualunque momento, il credito ai soggetti con i quali hanno concluso un contratto di conto corrente e di cedere ai propri correntisti il ​​credito anche in maniera frazionata per importo e annualità.
Proroga per le unifamiliari
Come sappiamo, ad oggi, la scadenza per le unifamiliari che devono presentare un Sal (Stato avanzamento lavori) al 30% è fissata alla data del 30 giugno. Bene, l’orientamento è quello di prorogare come termini alla data del 30 settembre. E questo potrebbe portare un po’ di respiro a quei cantieri avviati nel corso di questi mesi ma che sono stati rallentati per tutta una serie di motivi, a partire dal rincaro del costo delle materie prime.

Cessione del credito
L’altro aspetto riguarda invece la questione della cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Come sappiamo questo strumento ha subito una serie di modifiche che, nel corso di questi mesi, lo hanno letteralmente stravolto. A cambiare tutto è stato il decreto antifrodi che aveva posto tutta una serie di paletti per evitare che vi fossero speculazioni grazie alla possibilità di una cessione multipla dei crediti. Per cui il governo Draghi era arrivato a stabilire la possibilità di cedere una sola volta il credito. Tutto ciò aveva, di fatto, ingessato il mercato. Ed era arrivata una nuova modifica che aveva portato a tre il numero delle cessioni consentite. Anche in questo caso con paletti particolarmente stringenti, tanto da costringere due grandi gruppi bancari (Intesa Sanpaolo e Unicredit) a fare retromarcia chiudendo i rubinetti per raggiunta capienza.
Cosa cambia con la quarta cessione e i nuovi paletti
E adesso? Il governo varerà la possibilità di cedere il credito una quarta volta. Ma in che modo? Con la conversione del decreto Energia potrebbero arrivare nuove misure sulla cessione dei crediti e per lo sconto in fattura che riguardano i bonus edilizi. Da tre le cessioni passerebbero a quattro, ma solo per alcuni soggetti e con determinate modalità. Mentre ci sarebbe anche una proroga dei tempi relativi allo sconto in fattura. Le tre cessioni possibili oggi sono così formulate: la prima libera, la seconda e la terza vincolate a favore delle banche e da istituti di credito riconosciuti ufficialmente perché iscritti all’Albo. Secondo un report del Sole 24 Ore servirà un codice identificativo che individuerà i crediti fiscali, in chiave antifrode e arriverà il divieto di vendite frazionate. Non solo. Chi presenta le fatture avrà l’obbligo di indicare – per cantieri sopra i 70 mila euro scrive il quotidiano di Confindustria – che le opere sono eseguite da imprese che applicano il Ccnl dell'edilizia.
L’allarme delle banche
Intanto dalle banche arriva il grido d’allarme proprio sul fronte superbonus. Martina Nardi, presidente della Commissione Attività produttive della Camera, commenta l'incontro con i vertici di Banca Intesa Sanpaolo dopo le notizie sulle difficoltà del mondo bancario relativo alla cedibilità del credito del bonus 110%. «Per poter funzionare da qui al 2025 - spiega Nardi - il superbonus ha bisogno delle banche. Per questo è stato importante e utile ascoltare dal vivo, in un incontro allargato alla maggioranza parlamentare, la voce del più grande gruppo italiano, che ha fotografato una situazione di grande difficoltà anche a dispetto di alcune rassicurazioni arrivate dal Governo». Al confronto hanno partecipato al Gruppo Intesa Sanpaolo Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori, Anna Roscio, Responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese, Fabrizio Molteni, Responsabile Fiscale, Emanuela Spina, Responsabile Ufficio Relazioni PA Centrale e Monitoraggio legislativo, Antonio Caputo, Responsabile Relazioni Istituzionali Italia. «L'incontro - spiega Nardi - è stato molto utile perché ha dato una chiave di lettura importante per un possibile emendamento o, e sarebbe ancora meglio, un testo del governo che recepisca le segnalazioni sul possibile malfuzionamento o blocco del 110%. Sono emerse tre ipotesi, non alternative ma complementari, per superare l'impasse: la possibilità di avere un tempo di ritorno del credito più lungo, che non finisca in 4 anni ma arrivi a 10; il frazionamento dei crediti in essere; e infine la possibilità della quarta cessione ai propri correntisti, senza aspettare la fine della terza. Sono proposte di buonsenso a cui ora bisogna osare concreta attuazione: per la tenuta del sistema bancario ma prima di tutto per i cittadini e le imprese che ricorrono al 110%».

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