Svelati i lavori di restauro della chiesa del Carmine a Udine: da cinquecento anni scrigno di fede e cultura

Presentato il progetto di conservazione della cassa dell’organo e della cantoria. Don Brianti: «In programma momenti di incontro e di crescita per la comunità

Timothy Dissegna
I fedeli presenti ieri pomeriggio nella chiesa del Carmine per la presentazione dei lavori di restauro
I fedeli presenti ieri pomeriggio nella chiesa del Carmine per la presentazione dei lavori di restauro

È un piccolo scrigno forse ancora troppo poco conosciuto, anche se ormai sono 500 anni che si trova nel cuore di via Aquileia. Nel pomeriggio di domenica 16 marzo, la chiesa del Carmine ha mostrato al pubblico i risultati del recente restauro della sua cantoria e della cassa dell’organo, regalo per la comunità realizzato anche grazie al sostegno della Fondazione Friuli, domenica 16 marzo rappresentata dalla consigliera Francesca Venuto, sottolineando come questo luogo «spicca nel pur ricco patrimonio della nostra città».

E proprio per promuovere questa ricchezza, «abbiamo deciso – ha spiegato il parroco don Giancarlo Brianti – di non lasciare sotto traccia questa occasione dei 500 anni della nostra chiesa, soprattutto perché non si perda la memoria nel succedersi del tempo e delle generazioni. Quindi mantenere viva la memoria, che significa mantenere vive le radici di questa comunità».

 


Restauro alla Chiesa del Carmine: "È stato un lavoro complesso"

Gli eventi in programma, così, saranno «un’occasione per far conoscere alla cittadinanza, ma anche ai parrocchiani, queste perle preziose che la nostra chiesa contiene come uno scrigno. Un’occasione di incontro e di crescita della comunità, quindi un qualcosa che non potevamo non ricordare, anche come senso di riconoscenza verso tutte quelle persone che nei   500 anni hanno dato il loro contributo alla crescita della comunità e quindi anche alla sviluppo della chiesa sia nell’aspetto artistico, che culturale, che spirituale».

A spiegare i dettagli dell’intervento è stata la restauratrice Michela Scannerini della ditta Esedra, definendolo «molto complesso, molto difficile, perché nel tempo era stato un po’ trascurato e soggetto a numerose dipinture che l’avevano un po’ cambiato, un po’ alterato, per cui è stato Un lavoro difficile che ho condiviso con la Sovrintendenza, che ha supervisionato i lavori e che ha portato però a un risultato che sembra essere gradito alla committenza e ai parrocchiani».

Abitualmente l’organo datato 1793 e realizzato da Giuseppe Bertoli, non viene suonato durante le funzioni religiose, ma martedì tornerà a far sentire le sue note in occasione della solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo emerito di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, mentre domenica alle 17.30 Lorenzo Marzona, ispettore della Sovrintendenza regionale, presenterà l’organo Comelli-Zanin. A seguire, il concerto con l’iconico strumento del maestro Simone Vebber, docente al conservatorio Donizetti di Bergamo e alla civia scuola di musica Abbado di Milano.

Ad assistere alla presentazione c’era una nutrita presenza di fedeli, curiosi di scoprire nel dettaglio come ci si è mossi per preservare la bellezza degli interni. Le iniziative proseguiranno poi dal primo giugno al 16 luglio, raccontando diverse storie della parrocchia e del quartiere. 

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