Svolta digitale nel nuovo corso del gruppo Danieli

Il patron Gianpietro Benedetti: l’evoluzione futura è ancora incerta ed è molto difficile ipotizzare fin da ora l’impatto della politica protezionista del nuovo presidente degli Usa Donald Trump
Buttrio 23 Maggio 2015 premio fabricando @Petrussi Foto Press Turco Massimo
Buttrio 23 Maggio 2015 premio fabricando @Petrussi Foto Press Turco Massimo

Il 2017 dovrebbe essere l’anno in cui l’asticella tornerà a salire. Chiuso in flessione l’esercizio 2015/16, Danieli sta infatti veleggiando, nel 2017, verso i 2.500 milioni di euro di ricavi consolidati e un miglioramento dell’Ebit da 210 a 230 milioni di euro. Il tutto grazie a un portafoglio ordini che cresce a sua volta, passando da 2.700 a 3.200 milioni di euro.

Questo l’orizzonte in cui si muove il più grande gruppo siderurgico del Fvg, leader nella produzione di impianti e acciaio. A guidarlo è l’ingegner Gianpietro Benedetti cui abbiamo chiesto di analizzare lo stato di salute della siderurgia oggi, un periodo che lui stesso ha più volte ha definito “New normal”.

E anche quali siano i progetti del colosso di Buttrio, una realtà, quella della Danieli, rappresenta la punta più avanzata dell’industria, un brand che esporta made in Fvg nel mondo e che garantisce migliaia di posti di lavoro (11 mila nel mondo).

Un tesoro (in termini occupazionali) per il territorio, ma anche per l’azienda come lo stesso Benedetti ha avuto modo di ripetere più volte ricordando che l’evoluzione e la competitività passano sì dall’innovazione tecnologica ma anche dal know how custodito dalle persone che in azienda lavorano. Se dunque da un lato Danieli spinge sull’acceleratore della digitalizzazione, dall’altro garantisce formazione e aggiornamento continui per il proprio personale.

Presidente, come si è chiuso per la siderurgia il 2016?

«Il mercato dell’acciaio degli ultimi anni ci ha abituato ad oscillazioni importanti. Il 2016 si è chiuso con segnali positivi che si poggiano sul persistere dell’ottimo periodo di tutto il comparto Automotive sia in termini di produzione che di immatricolazioni. Stiamo registrando qualche indicazione di ripresa dei consumi legati all’Oil&Gas ed a una sostanziale tenuta della meccanica».

Per il resto?

«In questo quadro manca ancora la ripresa dei consumi legati ai beni di investimento».

Il freno?

«Crediamo che questo dipenda dal persistere dell’incertezza della situazione politica e finanziaria di molti Paesi. Abbiamo infatti evidenza di un buon numero di progetti in diverse aree del mondo, ma anche della difficoltà ad accedere al finanziamento degli stessi».

Prevede un effetto Trump?

«Molto difficile ora ipotizzare l’impatto che avrà l’annunciata politica protezionista del nuovo Presidente degli Stati Uniti. Tutto questo ci obbliga ad una doverosa prudenza rispetto alla durata e alla consistenza del trend positivo che prosegue in questo primo trimestre 2017».

In questo scenario come si muove Danieli?

«Al di là della lettura degli aspetti congiunturali, Danieli sta lavorando per posizionare la propria offerta sul nuovo contesto competitivo e tecnologico».

Vale a dire?

«Riteniamo che una delle chiavi di successo per competere. in questa “nuova normalità” sia di poter sfruttare le tecnologie di cui possiamo ormai disporre per aumentare notevolmente la produttività e con essa il valore aggiunto pro capite».

È questa la sfida dei prossimi anni?

«Questo sarà uno degli aspetti su cui maggiormente ci concentreremo e non ho dubbi che in breve tempo potremo immettere sul mercato prodotti in questo fortemente innovativi».

La parola chiave a Buttrio è Digimet. Ci spieghi cos’è…

«Si tratta di un’iniziativa volta ad abbracciare i cambiamenti della rivoluzione 4.0 e a velocizzare il processo di digitalizzazione interna al fine di ottimizzare l’efficienza e ridurre i costi dei processi nell’industria siderurgica. È la mission del nostro nuovo cantiere DigiMet, in cui abbiamo molto investito: innovare».

Ingrediente essenziale - quello digitale - a ridurre il difetto vicinissimo allo zero ed elevare la qualità dei prodotti. Cos’altro serve oggi a una realtà come Danieli per essere sempre più competitiva?

«Grazie alla realtà DigiMet garantiremo un controllo totale delle variabili produttive sia nella fase di ideazione che in quella di messa in funzione dell’impianto. Tutto questo è stato e sarà possibile grazie all’eccellenza delle persone che lavorano nel Gruppo Danieli».

Ventotto mila ore di formazione nel 2016 dicono quanto importante sia per voi il capitale umano…

«Il fattore umano e il suo continuo aggiornamento è il motivo per cui riteniamo l’attività della nostra Academy assolutamente strategica».

E il 2017, che anno sarà per il gruppo?

«I buoni risultati che si possono leggere nei numeri del nostro bilancio 2016 riteniamo si possano ripetere anche nel 2017 mantenendo invariati gli importanti investimenti in asset e ricerca».

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