Svolta nella Bassa: ecco i 18 milioni
TORVISCOSA. La ripresa industriale della Bassa friulana potrebbe, finalmente, essere arrivata a un vero e proprio punto di svolta. La Conferenza regionale di servizi sui progetti infrastrutturali contenuti all’interno del Patto territoriale della Bassa friulana ha infatti approvato lo schema relativo ai 13 interventi da realizzarsi nei comuni di San Giorgio di Nogaro, Torviscosa e Cervignano per il rilancio dell’area, in particolare di quella che ruota attorno all’Aussa Corno.
Un placet fondamentale per completare i passaggi burocratici necessari allo sblocco, definitivo, dei 18 milioni di euro stanziati nel 1997 dal ministero per lo Sviluppo economico e che la Regione ha recuperato, per il rotto della cuffia, lo scorso novembre prima che Roma decidesse per la revoca dello stanziamento.
Iter lungo
La Conferenza dei servizi era chiamata, ieri, a esprimere il proprio parare sull’approvazione definitiva dei progetti e l’approvazione è arrivata da parte di tutti i soggetti coinvolti: Rti, Soprintendenza regionale, Consorzio acquedotto Friuli centrale, Consorzio di bonifica della Bassa friulana, amministrazioni comunali coinvolte, Direzione centrale ambiente ed energia, Servizio pianificazione territoriale, Demanio regionale, Ass 2 e Fvg strade.
La palla, adesso, passa al ministero a cui è affidata l’approvazione finale degli interventi con la conseguente erogazione di una prima tranche di finanziamenti, pari al 10% del totale, necessari all’avvio dei lavori che la Regione conta di mettere a regime entro la fine dell’anno. In Fvg, cioè, arriveranno intanto 1,8 milioni sui 18 totali confermati da Roma dopo il subentro della Direzione centrale infrastrutture dalla Regione come soggetto attuatore – a novembre 2014 – del protocollo d’intesta siglato nel 1999 tra Fvg e Stato centrale.
Un accordo, quello di 16 anni or sono, firmato tra i Comuni di San Giorgio di Nogaro, Cervignano, Torviscosa, Provincia e Camera di commercio di Udine, Confindustria, Api, Uaf, Ascom, sindacati e dal Consorzio per lo sviluppo industriale dell’Aussa Corno per il quale era stato nominato lo stesso Consorzio come soggetto responsabile del Patto del valore, appunto, di 18 milioni.
Denaro che, però, era rimasto soltanto sulla carta per tre lustri sino all’ingresso in campo della Regione che già lo scorso anno aveva accelerato approvando i quadri economici e i progetti finali consentendo, così, di rispettare la scadenza del 30 novembre 2014, “dead line” imposta dal ministero per ottenere la documentazione necessaria alla conferma dei fondi.
I lavori
Il complesso degli interventi che dovranno ridisegnare il volto, almeno industriale, della Bassa friulana ricadrà principalmente sui comuni di San Giorgio di Nogaro, Cervignano e Torviscosa anche se alcune opere – inserite nell’area dell’Aussa Corno – attraverseranno pure i territori di altre amministrazioni della zona. San Giorgio di Nogaro, dunque, sarà interessato dal riassetto idraulico del comprensorio della Ziac (5,8 milioni di euro), dal completamento del raddoppio del binario ferroviario (1,3 milioni), dai lavori sul comprensorio Ferarul (1,6 milioni), dalla ristrutturazione di via Melaria (1,1 milioni) e dal potenziamento degli impianti su rotaia a servizio dell’Aussa Corno (1,25 milioni).
A Torviscosa, invece, via agli interventi di realizzazione di due rotatorie in prossimità della zona industriale (2,1 milioni), mentre a Cervignano si metterà mano all’area attorno alla Ziac (1,2 milioni) oltre al rifacimento e all’adeguamento stradale per la nuova viabilità di via Caiù con la costruzione di un’ecopiazzola per l’area industriale. Un insieme di opere che nelle intenzioni della Regione serviranno a completare il processo di rilancio della Bassa friulana e che viaggiano in parallelo ai dragaggi del fiume Corno.
Interventi, in questo caso, inaugurati lo scorso aprile, con fine lavori prevista per marzo 2016, e che grazie a un investimento da 13,5 milioni di euro ripristineranno la profondità storica di 7,5 metri lungo tutto il canale marittimo di accesso allo scalo commerciale di Porto Margreth: dall’asta marittima a quella lagunare fino alla fluviale.
L’appalto, affidato all’Ati Vidoni, Taverna e Innotec, comporterà uno scavo di poco più di 240 mila metri cubi di sedimenti che verranno poi riutilizzati come rinforzo per gli argini del fiume Corno – circa 6 chilometri di lunghezza – e ripristino di una barena in laguna.
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