Svuotavano i cambiamonete con banconote false: a processo

Accusati di furto aggravato in concorso, avevano colpito in cinque locali fra Sacile, Porcia e Pordenone. Originari di Scampia, i due avevano scelto come base operativa un albergo di Lignano Sabbiadoro

SACILE. Banconote da 50 euro false per svuotare i cambiamonete, in due davanti al giudice. Hanno sfilato i testimoni dell’accusa, ieri mattina, alla prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati per l’ipotesi di reato di furto in concorso aggravato da mezzi fraudolenti Fausto Improta, 49 anni e Salvatore Sparano, 20 anni, entrambi napoletani originari del quartiere di Scampia.

Fra i testi, il giudice monocratico Rodolfo Piccin ha sentito i carabinieri dell’aliquota radiomobile di Sacile e i militari dell’Arma di Latisana, che hanno collaborato all’attività investigativa.

Tutto era partito, infatti, da un’indagine dei carabinieri di Sacile. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Impronta e Sparano avevano adottato una tecnica singolare: inserivano all’interno delle macchine cambiasoldi nei locali una banconota da cinquanta euro finta, con tanto di scritta “fac-simile” in vista (cosa che ha evitato loro, peraltro, l’imputazione per utilizzo di banconote contraffatte).

Tale banconota, però, nonostante fosse una riproduzione grossolana, conteneva punti particolari in grado di indurre in errore i sensori dei cambiamonte. Così Impronta e Sparano, stando al capo di imputazione, avrebbero fatto il pieno di spiccioli.

A Sacile hanno colpito nei bar Giulia, Express e Lady Bug, a Porcia al Friends Cafè e a Pordenone al Binario 9 e 3/4. Nell’estate del 2014 furono bloccati dai carabinieri nell’hotel di Lignano Sabbiadoro che avevano eletto a base operativa.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due indagati avrebbero fatto visita a più sale giochi nell’arco della stessa giornata, cambiando sempre Comune per evitare di essere pizzicati dalle forze dell’ordine. Il trucco non era stato usato solo in provincia di Pordenone: le indagini avevano toccato anche le Procure di Venezia e Treviso.

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