Tagli alle indennità, maratona in Aula LA RIFORMA
UDINE. Il testo del progetto di legge sulla riduzione dei costi della politica, approvato dalla V Commissione presieduta da Vincenzo Martines, sarà discusso in Consiglio regionale tra domani e mercoledì prossimi. Il 31 luglio, infatti, sarà messo ai voti per entrare in vigore da settembre.
I tagli in Consiglio
Domani il Consiglio si dedicherà a interrogazioni e interpellanze; seguirà la discussione sulla causa di ineleggibilità del consigliere Stefano Mazzolini (Lega); l’ordine del giorno si completa con l’avvio dell’esame della proposta di legge di riforma dei costi della politica.
Mercoledì, dopo la prima parte dedicata al question time proseguirà l’esame della proposta di legge sulla riduzione dei costi della politica; successivamente, all’attenzione dell’Aula il disegno di legge concernente modifiche alle leggi regionali in materia di gestione faunistico-venatoria; la seduta si chiuderà con la discussione della mozione sugli investimenti regionali nella sanità, presentata dall’opposizione.
«È la prima riforma di questo Consiglio regionale e l’abbiamo fatta in tempi rapidi, prima delle ferie, nonostante avessimo tempo fino a ottobre in quanto Regione a statuto speciale. Il trattamento economico dei consiglieri – riassume il presidente della V Commissione – è stato sostanzialmente suddiviso in tre voci: l’indennità di presenza, il rimborso onnicomprensivo e l’indennità di fine mandato».
La prima voce riguarda lo stipendio, che è stato portato a 6.300 euro lordi al mese, «un riferimento specifico, concreto, equiparato a quello del sindaco. Siamo l’unica Regione a riusciti a stare al di sotto del tetto di 7 mila euro previsto del decreto Monti».
Il nodo dei rimborsi
Il discusso rimborso onnicomprensivo delle spese, in legge è stato fissato per un massimo di 3.600 euro e deve comprendere tutto ciò che serve per svolgere il mandato, visto che non ci saranno altri benefit (come pranzi pagati, telepass o telefono). La sua determinazione, comunque, spetta all’Ufficio di presidenza.
L’orientamento è quello di dividere la regione in due fasce, una per i consiglieri di Udine, Pordenone e Tolmezzo (i quali potrebbero ricevere 3.500 euro), l’altra per quelli di Gorizia e Trieste (che potrebbero percepire 2.500 euro). Per presidente della Regione e assessori sono previsti 3.500 euro, con una riduzione per chi utilizza l’auto blu.
«Mettere in piedi la macchina del controllo delle singole carte e scontrini era complicata e costosa – spiega Martinse – e avrebbe impiegato gli uffici in maniera esagerata; poi il rimborso forfettario segue le regole date dal decreto Monti. I consiglieri si pagano tutto, non ci saranno benefit. nella somma rientra anche l’eventuale previdenza che il consigliere vorrà farsi, essendo stato abrogato il vitalizio (meccanismo che per quanto nell’ultimo anno era diventato facoltativo e di tipo contributivo costava circa 4 milioni di euro e avrebbe caricato il costo dell’amministrazione regionale fino alla morte del consigliere)».
Indennità di fine mandato
L’indennità di fine mandato (la buonuscita) è stata limitata a 10 mensilità per anni di esercizio del mandato.
Contributo ai gruppi
Il contributo ai gruppi, inoltre, «è calato del 90% – indica Martines – e si potrà usare solo per questioni istituzionali specifiche».
Rivisto pure il trattamento economico dei presidenti della Regione e del Consiglio regionale e dei consiglieri cui sono affidate particolari funzioni («che è stato portato al di sotto della soglia nazionale»).
Il presidente del Consiglio e il presidente della Regione avranno un’indennità di carica di 3.780 euro al mese, cioè il 60% dello stipendio base: la loro paga sarà quindi di 10.080 euro lordi al mese, cui andranno aggiunti i rimborsi esentasse, fofettari.
Sono state inoltre aumentate le indennità di carica che spettano anche ai due vicepresidenti del Consiglio, agli otto capigruppo e ai sette presidenti di commissione, che passano dal 36% al 40, cioè da 1.360 euro al mese a 1.512. Così come quelle degli altri quattro componenti dell’ufficio di presidenza, prima al 24% ora al 30, cioè salgono a 1.134 euro al mese.
Stipendi dei manager
La riforma ha fissato un tetto agli stipendi dei manager, che non potranno superare i 160 mila euro lordi all’anno (pari allo stipendio del presidente della Regione) e, infine, stabilito limiti invalicabili alle spese per il personale dei gruppi: «Il budget – conclude il presidente della V Commissione – è di 2 milioni 400 mila euro all’anno per tutti i gruppi e sono previste sanzioni molto robuste: l’80% dei trasferimenti erariali è infatti condizionato a questo risultato».
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