Tagli alle scuole paritarie Il Vendramini alza la voce

Rette aumentate di 100 euro per far fronte alla riduzione dei fondi pubblici «Eppure offriamo più di quello che prendiamo». Cattedre di sostegno a rischio

Il contrasto tra scuola pubblica e scuola privata è ancora vivo ed è stato il leit motiv dell’assemblea dei genitori dell’istituto Vendramini.

In particolare, il problema emerso più volte durante la riunione nell’auditorium della scuola riguarda i finanziamenti statali. La questione ha creato proteste in Italia per molti anni e, se la crisi ha spostato altrove l’attenzione dei sostenitori della scuola pubblica, chi si lamenta adesso arriva dagli istituti privati. I contributi pubblici, infatti, anno dopo anno sono stati tagliati in ogni campo, dalla cultura alla sanità, e non hanno risparmiato le scuole private. Il Vendramini, ovviamente, non fa eccezione.

Silvano Brusadin, rappresentando il consiglio di amministrazione della scuola, ha fatto il punto sulla situazione economica dell’istituto, per l’anno scolastico 2013-2014, evidenziando che le rette sono aumentate di 100 euro rispetto al precedente, e ammontano a 2.500 euro per le elementari, 3.200 per le medie e 3.700 per il liceo. Da queste entrate la scuola attinge il 73% del suo sostentamento, a fronte di un costo complessivo annuale per la gestione delle scuole di 2,3 milioni di euro.

Sono emersi anche diversi dati che hanno messo in luce la situazione nazionale riguardante i costi dell’istruzione.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, lo Stato risparmierebbe 6,3 miliardi di euro grazie alle scuole paritarie alle quali viene destinato lo 0,86% sul totale dei contributi. Rapportando la cifra ai 525 studenti iscritti al Vendramini, la cifra sarebbe di poco superiore ai 4 milioni.

I finanziamenti sono stati al centro anche dell’intervento di Luigi Tomadini, membro dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche), che ha criticato il recente referendum di Bologna, dove degli 86 mila votanti (il 28,7 degli aventi diritto), il 59% ha detto di no al finanziamento di un milione di euro erogato annualmente dal Comune alle scuole private. Tomadini, ha anche sottolineato che il Vendramini è di fatto una scuola pubblica, aperta a tutti, dove il reddito non è una barriera di ingresso, e ha annunciato l’intervento della sua associazione, per cercare di ottenere qualche contributo in più dallo Stato.

La scure della legge di stabilità e la crisi economica, però, non lasciano grande spazio al Vendramini, anche alla luce del fatto che i contributi regionali per le famiglie in difficoltà sono diminuiti, così come è sceso il monte donazioni del 5 per mille.

Sulla stessa linea di Tomadini e Brusadin si è espresso, infine, don Aldo Biasi. Il sacerdote, elogiando il ruolo esercitato dal Vendramini nell’istruzione, ha definito la scuola come «una frontiera avanzata» e ha puntato il dito contro i pregiudizi diffusi in Italia sugli istituti paritari.

«Le scuole private offrono più di quello che prendono dallo Stato», ha dichiarato don Biasi citando le parole del ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza, e auspicando un aumento dei fondi non solo per finanziare l’attività curriculare, ma anche per garantire l’attività degli insegnanti di sostegno, messa a rischio dai tagli.

Daniele Boltin

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