Tagliamento, divieti e proteste
SAN VITO. Fioccano le proteste e i dubbi a fronte delle limitazioni introdotte dal Comune di San Vito alla circolazione di veicoli a motore all’interno delle aree del fiume Tagliamento: è diffuso il credo che sia stato proibito in toto l’accesso alle zone golenali. In chi da sempre è abituato a vivere il Tagliamento a bordo di veicoli, tutto l’anno o soltanto per recarvisi a Pasquetta o d’estate, la notizia dell’adozione del regolamento comunale per la tutela della pubblica quiete, una settimana fa, è stata un campanello d’allarme. Sui social network o nei luoghi pubblici – anche nei paesi limitrofi a San Vito – non si parla d’altro: c’è chi chiede come comportarsi, ma anche chi condanna il Comune perché avrebbe chiuso l’accesso al Tagliamento proprio in vista di Pasquetta. E non manca chi, tra invettive contro il presunto oltranzismo ambientalista del Comune, minaccia manifestazioni di protesta.
Come si era sottolineato, però, non è stato introdotto nulla di nuovo: si sono raccolte vecchie norme (accompagnate da multe dai 50 ai 300 euro) in un regolamento che, in consiglio comunale, non ha incontrato voti contrari (quattro gli astenuti). Non si presta a equivoci il comma del regolamento secondo cui «è vietato condurre veicoli in maniera tale da provocare molestia e disturbo alla pubblica quiete, ovvero sollevamento di polveri e fanghi tali da arrecare disturbo ai frequentatori delle aree medesime».
Più tecnico invece – e forse qui sono nati gli equivoci e il rischio di una “sommossa popolare” – il primo comma, che riporta la formula del Prgc “Aria 8”. Ma è una norma in vigore dal 2002: in sostanza, si possono percorrere, entro gli argini, soltanto alcune strade principali (indicate, tra l’altro, anche nei cartelloni agli ingressi al fiume). Infatti, come forse non tutti sanno, erano già vietate ai veicoli gran parte delle strade tra i fondi agricoli, salvo accesso a questi ultimi da parte dei proprietari o autorizzati. Non è esclusa un’iniziativa di informazione del Comune su queste (vecchie) regole.
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