Taglio alla ciclabile Gemona-Venzone per evitare un canale FOTO
GEMONA. La Comunità montana del Gemonese, Valcanale, Canal del Ferro stralcia una parte dei lavori della ciclabile Gemona-Venzone piuttosto che ritardare l’iter di progettazione di ulteriori sei mesi. Il motivo: un canale di scolo è censito come corso d’acqua e la Regione, in sede di progetto definitivo, richiede, secondo norma, l’espletamento dell’ennesima procedura per ottenere l’autorizzazione necessaria.
I dati e l’iter seguito finora, entrambi confermati dagli uffici della Comunità montana e dal responsabile Lorenzo Beltrame, a dir poco fanno girare la testa. La ciclabile, che nel progetto comprende i tratti Venzone-Gemona e Gemona-Trasaghis e che ha già a disposizione 800 mila euro per i soli lavori, viene presentato in via preliminare nel febbraio 2011.
In questa sede, la conferenza dei servizi indica tutte le autorizzazioni necessarie per l’approvazine finale. L’ente le recupera: dai Comuni di Gemona e Venzone le conformità urbanistiche, dall’Ispettorato forestale il vincolo idrogeologico, dalla Soprintendenza e Regione l’autorizzazione paesaggistica, dalla Regione il nullaosta idraulico, quello del servizio geologico, della direzione ambiente e patrimonio, di Fvg Strade, nonchè della Provincia, del Consorzio di bonifica Ledra Tagliamento e di Rfi. A maggio 2012, la Regione chiede anche l’avvio dello screening, ossia un parere particolare di una commissione per definire se serve l’autorizzazione di Via (Valutazione impatto ambientale).
La ciclabile parte dall’agriturismo Casali Scis di Venzone, fiancheggia la ferrovia fino a immettervisi, entra a Ospedaletto zona laghetto Minisini per uscire in Borgo Mulino e proseguire fino al centro studi e, costeggiando la roggia, al parcheggio antistante la Standa.
Ma in località Venzone, in prossimità della caserma, il progetto prevede di oltrapassare il rio Rozza con un ponticello, prevedendo anche delle opere di sistemazione, come lo sfalcio degli arbusti, il consolidamento delle sponde e l’eliminazione delle tubature dismesse.
Lavori previsti al dettaglio in sede definitiva, che però, secondo la normativa, risultano «opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti destinati a incidere sul regime delle acque» e quindi passabili di screening. A niente sono valse le richieste di sopralluogo di un funzionario regionale che potesse verificare che si trattava di un semplice scolo, riferiscono dagli uffici.
Il risultato? La Comunità montana modificherà il progetto, tralasciando le opere di sistemazione succitate per evitare un allungamento dei tempi di progettazione. Forse un’occasione persa per “abbellire” l'intorno, ma almeno, presumibilmente, potremo sperare di pedalare sulla ciclabile entro la fine dell’estate 2014.
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