Taglio degli alberi in val Rosandra: Ciriani e Berlasso condannati in appello

Sei mesi e diecimila euro di ammenda all'ex vicepresidente della Regione Fvg e all'ex capo della Protezione civile regionale, come anche agli altri due imputati. Ribaltata dunque, per tutti, la sentenza di assoluzione pronunciata in primo grado

TRIESTE. Sei mesi e diecimila euro di ammenda per lo scempio della Val Rosandra.

È questa la pena alla quale è stato condannato l’ex vicepresidente della giunta regionale Luca Ciriani.

A pronunciare la sentenza che ha riguardato - con identica condanna per tutti - anche l’allora capo della protrezione civile Guglielmo Berlasso, il funzionario Cristina Trocca e l’operativo Adriano Morettin, è stato il giudice Donatella Solinas che ha presieduto il collegio della Corte d’Appello composto da Anna Fasan e Gloria Carlesso. La sentenza è stata pronunciata nel pomeriggio e ha completamente ribaltato quella di primo grado che aveva assolto gli imputati.

A ricorrere è stato il procuratore generale. Il processo è stato innescato dalle indagini sui lavori di deforestazione della Val Rosandra eseguiti tra il 24 e il 25 marzo del 2012. Operazioni che all'epoca erano state definiti veri e propri "assalti" degli uomini della Protezione civile, "armati" di motoseghe e alla guida di mezzi cingolati. In quell'occasione,

come in Apocalipse now, l'assessore Ciriani era giunto in elicottero dopo aver roteato su tutta l'area che è una zona protetta.

Il difensore di Ciriani, l’avvocato Cateria Belletti, ha annunciato il ricorso in Cassazione spiegando che il proprio assistito rinuncerà alla prescrizione.

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