Tamponi al Giordani, code sulla Pontebbana Contagi nelle scuole, casi a San Vito e Sacile

Uno studente positivo al liceo le Filandiere, un sintomatico al Marchesini. Reparto Covid già esaurito, si studiano soluzioni



Temperature in picchiata rispetto alla settimana scorsa, raffreddori e le prime linee di febbre, soprattutto nei bambini, rischiano di complicare l’operazione tamponi anti Covid-19. Ieri mattina si sono registrate code all’esterno del Deposito Giordani e lungo la Pontebbana, mentre continuano a manifestarsi contagi nelle scuole.



Un anticipo di quello che potrebbe accadere con l’epidemia influenzale si è avuto in questi giorni. Le temperature sono scese in pochi giorni, causando malattie da raffreddamento. I sintomi sono simili a quelli del Covid-19 e nel dubbio la cautela è d’obbligo, per evitare il dilagare del contagio. Sono, quindi, in aumento i tamponi prescritti dai pediatri ai bambini, per fugare ogni dubbio prima del rientro a scuola. Come conseguenza aumentano anche gli accessi al Deposito Giordani, scelto dall’Azienda sanitaria Friuli occidentale (AsFo) per i tamponi “drive in” dopo la precedente location in Fiera. Di qui le code che si sono formate ieri mattina, complici anche probabilmente le operazioni di asfaltatura della strada. La struttura è operativa dalle 8.30 e chi arriva in anticipo deve aspettare l’apertura. Se in molti si presentano a quell’ora, la coda si allunga fino ad arrivare sulla Pontebbana. Solo al Deposito Giordani si effettuano circa 300 tamponi al giorno. L’AsFo ha l’obiettivo di aumentare il numero complessivo dei test, passando dai 500/600 di adesso a mille/mille 200.



Come era prevedibile, a due settimane circa dalla riapertura delle scuole continuano a manifestarsi le positività tra i banchi. Ieri sono è stato individuato un caso al liceo Le Filandiere di San Vito al Tagliamento, uno studente asintomatico. I tecnici del Dipartimento di prevenzione di AsFo (azienda sanitaria Friuli Occidentale) hanno effettuato i sopralluoghi nella scuola, che rimane aperta. Sono stati isolati i compagni di classe più prossimi al ragazzo positivo, dopo averli sottoposti ad anamnesi. Tecnici del dipartimento al lavoro anche al Marchesini di Sacile, dove uno studente ha manifestato i sintomi del Covid-19. Isolati i compagni di classe vicini e lui sottoposto a tampone.



La Rsa di Sacile, trasformata in reparto Covid a bassa intensità, continua ad avere occupati tutti i 18 posti a disposizione. A riempirli gli anziani di Casa Serena positivi e alcuni casi arrivati dall’ospedale di Udine. Letti che si libereranno non prima di 14 giorni secondo protocolli. C’è quindi la necessità di altri posti. «Nella Rsa – ha affermato il direttore sanitario della AsFo Michele Chittaro – l’accordo è per 18 posti letto, ma c’è un margine di utilizzo ulteriore». Qualche posto per tamponare un’emergenza, ma la necessità è quella di individuare una nuova struttura con altri posti letto. La preoccupazione è che il virus si manifesti in altre case di riposo, come accaduto a Casa Serena nei giorni scorsi. Il piano di AsFo per l’emergenza prevede che gli ospiti rimangano nel nucleo Covid degli istituti, quando c’è, o che avvenga il trasferimento in altre strutture (o in nuclei Covid di diverse case di riposo). L’azienda sta valutando se individuare un edificio sul territorio provinciale per questo tipo di pazienti, sede che deve avere una serie di requisiti richiesti da tecnici del Dipartimento di prevenzione. Una delle ipotesi rilanciata ieri da alcuni professionisti era di destinare un ospedale in provincia solo ad ammalati Covid, come avvenuto in altre realtà, ma AsFo e Regione, almeno per ora, non sembrano intenzionati a percorrere questa strada. —



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