Tamponi non autorizzati, scatta il controllo

I carabinieri del Nas hanno effettuato un’ispezione nello studio medico di Franco Meduri. Sono in corso accertamenti
Una dottoressa processa i tamponi test Covid-19 effettuati sui pazienti, nel laboratorio del Policlinico S.Martino. Genova, 26 Maggio 2020 ANSA/LUCA ZENNARO
Una dottoressa processa i tamponi test Covid-19 effettuati sui pazienti, nel laboratorio del Policlinico S.Martino. Genova, 26 Maggio 2020 ANSA/LUCA ZENNARO

tricesimo

L’ispezione dei carabinieri del Nas di Udine (Nucleo antisofisticazioni e sanità), sotto la guida del capitano Fabio Gentilini, all’interno dello studio medico di via Gallerio, a Tricesimo, in cui da tanti anni esercita il dottor Fabio Meduri, 63 anni, medico del lavoro, è durata a lungo.

I militari dell’Arma hanno eseguito una serie di verifiche e acquisito tutta la documentazione necessaria al fine di accertare che la struttura, utilizzata anche per effettuare i tamponi, sia autorizzata e che rispetti standard qualitativi pari a quelli del servizio sanitario. Le indagini sono in corso e nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi. Nel caso in cui dovesse emergere che la struttura non è autorizzata per effettuare i tamponi potrebbe scattare una denuncia in Procura.

Franco Meduri difende la sua posizione. «Lo scorso 18 novembre – conferma il medico – i carabinieri del Nas sono venuti nel mio ambulatorio e hanno raccolto tutta la documentazione. Mi è stato detto che si trattava di un normale controllo. Quando si sono presentati per l’ispezione mi trovavo a Cormons per un impegno. Mio fratello mi ha chiamato e sono subito corso a Tricesimo. Ho consegnato tutto quello che mi è stato richiesto dai carabinieri, mancavano solo il contratto di affitto e il documento di valutazione dei rischi, che ho consegnato successivamente. Io utilizzo due tipologie di tamponi rapidi. Sono un medico del lavoro e opero privatamente in uno studio professionale. Eseguo i tamponi rapidi nelle aziende ma ricevo anche le persone nel mio studio su appuntamento, per evitare assembramenti. Non faccio nulla di illegale e fatturo ogni cosa. Non mi arricchisco certo facendo i tamponi rapidi a 48 euro».

Meduri lamenta la difficoltà quotidiana di operare. «Seguo le aziende da trent’anni e non ho mai avuto problemi di questo tipo. Alcuni operai, nelle realtà aziendali in cui opero, mi chiedono di effettuare i tamponi rapidi anche ai parenti e da medico non me la sento di rifiutarmi. Se la gente ha bisogno del medico un professionista deve esserci. Se fai il medico devi sempre garantire l’assistenza ai tuoi pazienti, certo nel rispetto della legge. Già la situazione che stiamo vivendo è a dir poco complessa. Adesso mancano soltanto i controlli, che vanno fatti ma che inevitabilmente ci possono mettere in difficoltà. Ora attendo fiducioso l’esito dell’ispezione». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto