Tangenti e fisco, dieci indagati dopo i sedici arresti

VENEZIA. Tangenti e fisco: non sono solo sedici le persone finite al centro dell’inchiesta per corruzione che ha portato, all’alba di venerdì, all’esecuzione dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Venezia, Alberto Scaramuzza, con quattordici arresti e due persone agli arresti domiciliari.
I riflettori della Procura lagunare - a coordinare l’inchiesta è il pubblico ministero Stefano Ancilotto - sono accesi su un’altra decina di persone che risultano al momento indagate ma non destinatarie di misure cautelari.
Si tratta di funzionari dello Stato - ovvero di militari della Guardia di Finanza e di personale dell’Agenzia delle Entrate - oltre che di imprenditori che sarebbero finiti nel meccanismo delle tangenti (denaro ma anche costosi Rolex e cene in ristoranti di lusso) per ottenere sconti consistenti sui soldi da versare al Fisco.
Questo era il meccanismo che, secondo le accuse della Procura lagunare, era stato creato da tre dirigenti dell’Agenzia delle Entrate - Elio Borrelli, Massimo Esposito e Christian David - con il fondamentale contributo dei colonnelli della Finanza Vincenzo Corrado e Massimo Nicchiniello, la mediazione dei commercialisti Tiziana Mesirca e Augusto Sartore e del giudice tributario Cesare Rindone.
I presunti corruttori arrestati venerdì sono Paolo Maria Baggio, Aldo Bison e i figli Lara e Fabio, Pietro Schneider, Paolo Tagnin e, per quanto riguarda il filone dell’inchiesta che riguarda Cattolica Assicurazioni, Giuseppe Milone e Albino Zatachetto.
Oltre agli episodi contenuti nell’ordinanza - suffragati da intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre che da alcuni video - la Procura sta vagliando altri possibili episodi corruttivi su cui vige il più stretto riserbo.
I primi interrogatori. È iniziata ieri la sfilata degli indagati davanti ai gip per gli interrogatori di garanzia per rogatoria, tenuto conto che i detenuti sono stati smistati nei penitenziari del nord Italia.
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, in attesa che i propri difensori valutino l’imponente quantità di materiale, Borrelli (avvocati Franchini e Tosi), Esposito (avvocato Pinelli), Milone (avvocato Tosi), Tagni (avvocato Rampinelli), Schneider (avvocato Buonocore).
Ha risposto al gip, invece, il tenente colonnello Vincenzo Corrado. Sentito pure il tenente colonnello Nicchiniello (avvocati Campeis e Ganci). Oggi toccherà agli altri carcerati, mentre nei prossimi giorni a Fabio e Lara Bison, due imprenditori ai domiciliari.
In generale, la scelta dei difensori è orientata a farsi sentire dal giudice di Venezia che conosce l’inchiesta, e non per rogatoria. A breve saranno depositati anche i primi ricorsi al tribunale del Riesame per le misure cautelari.
David: «Sono innocente». Martedì 20 giugno è fissato l’interrogatorio di garanzia anche per Christian David, dirigente dell’Agenzia delle Entrate, già capo del settore controlli e riscossioni.
Attraverso il suo legale, l’avvocato Riccardo Bassi di Gorizia, David fa sapere di essere innocente: «Il mio assistito nega qualsiasi addebito, dichiarandosi estraneo a ogni contestazione che gli viene mossa dalla Procura. Siamo fiduciosi di risolvere quanto prima la questione, chiarendo la posizione».
Innocenza dichiarata nei giorni scorsi anche dalla commercialista trevigiana Tiziana Mesirca.
Pc e carte al setaccio. Ora per i finanzieri coordinati dal pm Ancilotto inizia la seconda fase dell’indagine. Durante le perquisizioni, infatti, sono stati sequestrati numerosi computer e faldoni di documenti che dovranno essere analizzati alla ricerca di ulteriori elementi utili alle indagini.
Sarà un lavoro lungo, tenuto conto dell’imponente quantità di materiale che i finanzieri hanno messo sotto sequestro. Al setaccio i documenti messi a disposizione dalla stessa Agenzia delle Entrate.
CdA di Cattolica. Per la mattinata di oggi, Cattolica Assicurazioni ha convocato la riunione del consiglio di amministrazione. Tra i punti inseriti all’ordine del giorno, la valutazione delle posizioni dei due indagati finiti in carcere che lavorano per la società veronese, ovvero Albino Zatachetto e Giuseppe Milone, rispettivamente ex dirigente ora segretario del presidente del CdA e responsabile amministrativo.
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