Tasi cancellata per 2 anni a quanti adottano un cane
SAN VITO. Niente Tasi per due anni, per un massimo di 300 euro l’anno, per chi adotta un cane al canile di Villotta di Chions: è l’incentivo che per chi adotta uno dei quattro zampe che sono a carico del Comune di San Vito.
Esenzione inserita nelle modifiche alla tassazione locale, che saranno approvate giovedì, in consiglio comunale (inizio alle 17). E’ la prima volta che simili incentivi passano attraverso la Tasi, in provincia, ma non mancano i Comuni che elargiscono contributi per adottare “fido”: si scopre, però, che in genere non funzionano.
«Con questa operazione vincono tutti – afferma l’assessore all’ambiente, Andrea Bruscia –: vince la famiglia che non pagherà la Tasi per due anni, vince l’amico a quattro zampe, che trova finalmente una famiglia che si occupa di lui, e vince la comunità, che risparmia il costo di gestione del cane in canile». Un cane costa all’ente, in media, 1.600 euro l’anno, come da tariffe regionali.
Costi che spesso si ripercuotono per diversi anni: è il caso dei cani che non vengono adottati, almeno non nell’immediato. Attualmente il Comune di San Vito spende quasi 40 mila euro per il mantenimento di 22 cani al Rifugio di Villotta, dove hanno trovato casa dopo essere stati ritrovati nel territorio.
Dunque, sulla carta l’iniziativa fa risparmiare il Comune e la comunità, portando una minore spesa complessiva di circa 1.300 euro per ogni cane adottato (ai 1.600 euro medi di mantenimento bisogna infatti sottrarre i 300 euro di mancato introito Tasi). E dal municipio si controlleranno periodicamente lo stato di salute del cane e le condizioni in cui è tenuto, per confermare il contributo.
«La scelta di adottare un cane è un gesto di civiltà – continua Bruscia –, una decisione importante, perché cambierà la vita di chi la compie e se ne assume la responsabilità. È un impegno che andrà mantenuto per tutta la sua vita, ma che il cane saprà ripagare con grande affetto».
Si consideri che, secondo il censimento del ministero della Salute, ogni anno circa 100 mila animali entrano nei canili italiani, mentre la Lav sostiene che i cani randagi siano almeno 600 mila, i gatti oltre due milioni e mezzo.
Ma non mancano i dubbi. Al Rifugio di Villotta fanno riferimento tutti i Comuni della provincia, con l’eccezione di Pordenone, Sacile e Porcia. «Molti Comuni pubblicizzano un contributo a chi adotta un cane – premette la presidente del Rifugio, Aurora Bozzer –, ma è il primo caso in cui si passa per la Tasi».
Funzionano simili incentivi? «Non hanno successo e sono diseducativi, perché legano l’adozione di un cane a motivi economici – osserva –: molte persone arrivano perché nel loro Comune usufriscono dell’incentivo, ma i cani che vorrebbero spesso non provengono dal loro territorio e rinunciano.
Oppure trovano cani grandi, brutti, aggressivi o malati. E non mancano i casi di tossicodipendenti, alcolisti o persone in stato di disagio in genere che arrivano chiedendo un cane solamente per avere il contributo. Forse sono preferibili incentivi in forma di buoni per il cibo e cure veterinarie».
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