Task force pubblica a Prata per salvare il Gruppo Florida

Sarà costituita da Friulia, Regione, Unindustria e Distretto del mobile. Duecento lavoratori hanno manifestato ieri a Trieste.

PRATA. Qualcosa hanno ottenuto: l’impegno della Regione a costituire una sorta di task force composta da Friulia, dalla stessa Regione, da Unindustria e Distretto del mobile, con il compito di monitorare l’evolversi della situazione del Gruppo Florida (400 dipendenti nelle quattro società: Florida di Prata, Leader di Brugnera, Poletti di Budoia e Profim, ovvero Florida cucine, impegnate in un tentativo di concordato in grado di traghettarne tre verso una nuova proprietà e cessare l’attività della quarta) e in particolare della Profim, l’azienda con 90 dipendenti che, allo stato, pare non avere alternative alla chiusura.

E’ con questo risultato che 200 lavoratori del Florida sono tornati a Prata da Trieste, dove, ieri mattina, hanno manifestato davanti alla sede del consiglio regionale e hanno incontrato i capigruppo dei partiti presenti nel parlamentino del Friuli Venezia Giulia, e anche il presidente Renzo Tondo.

«C’è stata dimostrazione di attenzione e di solidarietà da parte degli esponenti di partito – riferisce Silvio Comparin della Fillea Cgil – nei confronti dei lavoratori. Ovviamente questo non basta. Per la Profim abbiamo la necessità di trovare un imprenditore che accetti la sfida di rilanciare questa azienda salvando una parte dei 90 posti di lavoro a rischio». Un progetto di salvataggio per questa azienda di Prata, che i lavoratori stanno presidiando ormai da 15 giorni, in realtà c’è già. Messo a punto dal management in tempi recenti, non ha trovato le risorse necessarie per attuarlo. Ora questa ipotesi torna in auge nella speranza che, anche attraverso il tavolo con la Regione, si possa coinvolgere qualche azienda o qualche imprenditore capaci di traghettare la Profim fuori dal pericolo chiusura.

Ovviamente l’azione di monitoraggio della task force riguarderà tutto il gruppo Florida, non ancora in salvo. L’iter per il concordato è partito, ma non ancora concluso, e pare che, alla luce dell’analisi delle proposte, i giudici abbiano ritenuto non ancora sufficienti le garanzie sinora raccolte chiedendo un aggiornamento dell’offerta. Per contro le ipotesi di riavvio delle aziende, prima con contratti di affitto e poi di acquisto, si concretizzeranno solamente dopo la ratifica del concordato.

Tornando a quel che è avvenuto ieri a Trieste, i rappresentanti dei lavoratori sono stati ricevuto dal presidente del consiglio regionale, Maurizio Franz, cui si è affiancato il presidente della Regione Tondo. «Già lo scorso anno – ha spiegato Franz – abbiamo stanziato fondi per gli ammortizzatori necessari a fronteggiare i problemi sociali, ma certo non basta». «La nostra presenza qui – ha poi aggiunto il vicepresidente del consiglio, Maurizio Salvador – è per farvi sapere che i vostri problemi non sono sottovalutati. Le risorse ci sono, si tratta di capire come utilizzarle al meglio». A seguire, da parte dei consiglieri è stata avanzata la proposta di formare un gruppo di lavoro con Friulia per per cercare soluzioni alla crisi e possibili imprese sostenitrici.

«Certo la Regione non può sostituirsi agli imprenditori – ha rimarcato infine il presidente Tondo – né fare false promesse o dire che i 5 milioni messi nelle variazioni di bilancio di luglio a disposizione del Distretto del mobile e gli altrettanti per quello della sedia saranno la panacea di tutti i mali, ma vi posso dire che non siete soli». Confermando il proprio personale impegno, Tondo ha concluso assicurando che «non sarà lasciato nulla di intentato per salvare il maggior numero di lavoratori».

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