“Tassa” sui cantieri: duello giudiziario tra Provincia ed Enel

Pordenone, chi deve pagare lo spostamento dei cavi sotterranei? Il tribunale dà ragione a Ciriani, il Tar alla società elettrica
FOTO MISSINATO PORDENONE 27.04.04 NUOVA SEDE DELLA PROVICIA INAUGURAZIONE IN CORSO GARIBALDI, UNA VEDUTA DEL PALAZZO SBROJAVACCA
FOTO MISSINATO PORDENONE 27.04.04 NUOVA SEDE DELLA PROVICIA INAUGURAZIONE IN CORSO GARIBALDI, UNA VEDUTA DEL PALAZZO SBROJAVACCA

PORDENONE. Il tribunale ordinario dà Ragione alla Provincia, il Tar all’Enel. Il tribunale fonda le sue ragioni sul codice della strada, il Tar si basa sul decreto regio del 1933 (Testo Unico Acque Pubbliche ed Impianti Elettrici).

E così la causa pilota che la Provincia di Pordenone ha avviato contro l’Enel si complica. E il rischio che vale per tutte le amministrazioni (Comuni in testa, ma anche Regione) proprietarie di strade è quello di dover pagare – pesando ovviamente sulle tasche dei cittadini – i soldi dello spostamento dei sottoservizi (cavi elettrici, ma anche tubi del gas, cavi del telefono e chi più ne ha più ne metta) ogni qual volta aprono un cantiere stradale.

Manutenzioni? Rotatorie? Prolungamento dell’acquedotto? Spunta la tassa occulta. Solo per spostare le reti Enel, negli ultimi dieci anni la Provincia ha speso 176 mila euro. Se si aggiungessero le altre (telefonia, gas ecc), il conto salirebbe probabilmente sopra il mezzo milione di euro.

Il tribunale di Pordenone lo scorso hanno ha dato ragione alla Provincia che aveva citato la compagnia rispetto alle spese, sostenute per lo spostamento dei sottoservizi, nel 2006. Una cifra contenuta, ma che ha dato il la alla Provincia per istruire una causa sul pregresso.

E’ allora che Enel si è rivolta al Tar. La Provincia, come fanno spesso anche i Comuni, per non dover attendere i tempi dell’Enel e per non ricorrere al giudice a ogni cantiere, quando ci sono dei sottoservizi da spostare, oltre a offrire le aree come prevede il codice della strada, anticipa i soldi per pagare le ditte specializzate (individuate dal gestore del momento).

L’articolo 28 del codice della strada, però, dice che quella spesa è a carico dell’ente gestore, da qui la rivalsa dell’ente. Non dice altrettanto il regio decreto del 1933 che però non parla di interventi su rete stradale. Il codice, proprio perché più recente, dovrebbe superare il decreto per quanto concerne i cantieri stradali, ma il Tar non è dello stesso avviso.

La Provincia, che ha pendente l’altra causa al tribunale di Pordenone, è ricorsa al consiglio di Stato. Qualunque sarà la decisione non varrà solo per l’ente di area vasta, ma per tutti i “proprietari” di strade. E quindi per i cittadini.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto