Tav, si ricomincia dal tracciato del 2010

I sindaci dei 23 Comuni interessati al passaggio dell’alta velocità preparano un documento che sarà discusso col ministro
Udine 19 luglio 2013.Il presidente della regione FVG Debora Serracchiani e il presidente di Autovie Venete Emilio Terpin durante la.conferenza stampa sulla Terza Corsia..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Udine 19 luglio 2013.Il presidente della regione FVG Debora Serracchiani e il presidente di Autovie Venete Emilio Terpin durante la.conferenza stampa sulla Terza Corsia..© Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

UDINE. Il tracciato per la linea ferroviaria ad alta velocità e alta capacità tra Venezia e Trieste resta quello proposto da Rfi nel 2010. Oggetto, ieri, di un primo incontro tra la presidente Debora Serracchiani e l’assemblea permanente dei sindaci dei Comuni interessati dal futuro passaggio della Tav, il progetto sarà esaminato prossimamente nel corso di un vertice con il ministro Maurizio Lupi e il commissario governativo Bortolo Mainardi. Vertice, che la presidente del Fvg aveva già invocato e che ieri, a margine del vis à vis con i primi cittadini, è tornata a chiedere «per fare chiarezza e iniziare a ragionare su tutti i dettagli dell’opera».

Si lavora, dunque, al perfezionamento del tracciato 2010, che da mesi i Comuni – spalleggiati da un consulente voluto dal già assessore regionale alle infrastrutture Riccardo Riccardi – stanno passando allo scanner in cerca di ogni possibile intervento migliorativo.

L’esito di tale puntiglioso lavoro sarà contenuto in un documento che, pronto per l’inizio del mese di settembre, riassumerà tutte le criticità rilevate dagli amministratori locali. Si parla di centinaia di osservazioni, che vanno dalle questioni più puntuali, finalizzate all’efficientamento della linea, a quelle di maggior impatto, tali da chiedere – è il caso di Bagnaria Arsa – una modifica del tracciato 2010. Ipotesi alternative a quello, oggi non ce n’è. Non almeno ufficiali.

La presidente ha, infatti, chiarito che riguardo alla “proposta Mainardi” d’intervenire sulla linea ferroviaria esistente, la Regione non ha nulla in mano e comunque, nel caso di un cambiamento di rotta, «sarà il governo a dire che facciamo qualcosa di diverso».

Tradotto: non il commissario, con il quale Serracchiani si confronterà, comunque, in tempi brevi. «Gli ho già chiesto un incontro – ha confermato ieri –, ma credo sia in ferie». Raggiunto al cellulare, Mainardi ha detto d’essere costantemente reperibile. «In questi giorni gli uffici sono chiusi ma il mio cellulare è sempre acceso», ha detto, per poi bypassare la polemica sollevata dal senatore Lodovico Sonego che ha bollato il mandato commissariale come inutile. E sull’intervento del democratico ha sorvolato anche la presidente: «Non entro in questa polemica. È un commissario di governo», ha detto a margine dell’incontro di ieri con 23 primi cittadini di altrettanti Comuni interessati dal futuro passaggio della Tav.

«Abbiamo fatto il punto sul tracciato. I sindaci hanno lavorato a lungo sul progetto 2010 e abbiamo convenuto sull’opportunità che quanto prima sia fatto un incontro con il Ministro Lupi e con il commissario Mainardi, possibilmente esteso a Zaia, per iniziare a ragionare sui dettagli». Chiarendo, una volta per tutte, anche l’opportunità di dar corpo o meno a uno studio di fattibilità per un progetto alternativo in Fvg che erano stati i sindaci, lo scorso mese di maggio, a chiedere al commissario.

Da qui era nata l’ipotesi di un intervento di gran lunga meno oneroso – si parla di 800 milioni di euro contro i 7,4 miliardi della Tav – sulla linea esistente. Linea che, snellita di una ventina di passaggi a livello e raddoppiata a Cervignano e San Polo, potrebbe garantire i 200 chilometri. In prospettiva, poi, in parallelo all’aumento delle esigenze di traffico la linea potrebbe essere quadruplicata, per arrivare, ma solo come ratio finale, a realizzarne una ex novo. Ipotesi, queste, che risalgono allo scorso maggio e che Serracchiani ha chiarito ieri esser figlie del commissario: «la Regione non ha nulla in mano – ha precisato la presidente –, occorre approfondire e capire qual è il parere del governo italiano». Fino ad allora il tracciato resta quello del 2010. È su quello che i sindaci lavorano da mesi.

È su quello che si preparano a presentare i propri rilievi. «Entro i primi di settembre consegneremo un documento con tutte le nostre osservazioni al progetto Rfi 2010», ha fatto sapere il sindaco di Bagnaria Arsa, Cristiano Tiussi, precisando poi che «le modifiche sono molte, anche in ordine al tracciato e riguardano in particolare Bagnaria Arsa». Nodi da sciogliere ce ne sono, insomma, ancora. Compreso quello che riguarda il vicino Veneto, «dov’è stato realizzato uno studio di fattibilità per un tracciato diverso (non più sul litorale, ma affiancato alla ferrovia) – ha concluso Tiussi – e che non potrà non avere conseguenze sulla nostra tratta». Quali? «Lo studio si ferma a Portogruaro, da lì in poi resta un punto di domanda».

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