Tavolini in piazza, il Tar stoppa il Comune di Pordenone

I giudici sospendono il provvedimento con cui il sindaco imponeva di smantellare il plateatico

PORDENONE. Il primo round l’ha spuntato la società che gestisce il Caffè della piazza, ma la partita chiave si giocherà l’8 maggio quando il tribunale amministrativo regionale ha fissato l’udienza di discussione del ricorso presentato da “Ai tre civici” contro il provvedimento del Comune che impone di smantellare il plateatico con tanto di tendone, sedie, tavolini e arredi che si affaccia su piazza XX Settembre negli spazi messi a a disposizione dal municipio.

Il presidente della prima sezione del Tar di Trieste, Umberto Zuballi, ha accolto, infatti, la richiesta del legale della società, Francesco Longo, di sospendere il provvedimento. Un’istanza depositata venerdì scorso ed esaminata già il giorno successivo a testimonianza dell’efficienza dei giudici amministrativi.

Tale celerità - la decisione è stata assunta alla vigilia di Pasqua quando generalmente gli uffici giudiziari lavorano a scartamento ridotto - è stata determinata dal fatto che «il danno prospettato - si legge nel decreto del Tar - appare particolarmente grave». L’accoglimento della sospensiva non condizia il giudizio definitivo, ma, semplicemente, ravvisa l’opportunità di congelare la situazione per evitare danni ai privati.

In prima battuta - il 27 febbraio scorso - il Comune ha rigettato la richiesta della società di continuare a occupare l’area esterna. Una decisione legata al fatto che “Ai tre civici” non ha pagato la tassa di occupazione del suolo pubblico.

Un comportamento legato a un momentaneo stato di difficoltà, non a una insolvenza conclamata, secondo i privati, al quale si vorrebbe rimediare attraverso una rateizzazione dell’imposta. Il 16 marzo, però, il municipio ha ordinato lo smantellamento del plateatico entro 10 giorni, formalizzando, visto che nulla era stato fatto, l’obbligo a chiudere l’area esterna del locale il 27 marzo. Atto, per l’appunto, impugnato dalla società e sospeso dal tribunale amministrativo regionale.

La vicenda, peraltro, ha contorni più ampi: i gestori, infatti, lamentano che in 4 anni hanno dovuto per ben 27 volte smontare e riallestire il plateatico in relazione alle esigenze connesse alle manifestazioni promosse dal Comune. Procedure che comportano una spesa ingente, oltre che la chiusura dell’attività esterna per circa 90 giorni complessivi visti i tempi tecnici delle operazioni.

Da parte del Comune - la vicenda è seguita dagli assessori Flavia Rubino e Bruno Zille - che è anche proprietario del locale ricavato nel terrapieno della biblioteca civica, sarebbero state ravvisate altre negligenze. Insomma un braccio di ferro che non è destinato a risolversi in tempi brevi.

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