Tecnolines, sì al concordato Salvi quasi tutti i dipendenti

La crisi riguardava i proprietari esteri, gli italiani avevano invece le commesse Ecco come è stato possibile trovare il meccanismo che ha risolto la situazione

Via libera al concordato preventivo in continuità della TecnoLines srl di Pordenone, che esce così dalle secche della crisi economica che aveva aggredito la casa madre indiana Ecm e consente a una cinquantina dei 60 dipendenti di salvare il posto di lavoro.

Sfruttando l’evoluzione della normativa fallimentare e della più recente giurisprudenza della Cassazione in tema di ammissibilità della “continuità indiretta” (realizzata tramite un soggetto terzo e affitto d’azienda), Tecnolines ed i suoi advisors – l’avvocato Alessandro Da Re di Pordenone quale advisor legale e i commercialisti Marco Fiorani e Marika Tagliavini di Parma quali advisor finanziari e per il piano industriale; attestatore Alberto Cimolai di Pordenone – hanno costruito una proposta di concordato in continuità indiretta basata sulla prosecuzione dell’attività di Tecnolines srl attraverso la propria controllata al 100% Tecnolines Italia srl, attuale affittuaria, come si è detto, del ramo d’azienda “Italia”.

A essa – dopo l’omologa – verrà definitivamente conferita l’azienda (tranne ovviamente crediti e alcuni cespiti minori non funzionali alla prosecuzione dell’attività, destinati direttamente al servizio del debito concordatario) con l’obbligo della controllata Tecnolines Italia srl di ripartire tutti gli utili dei prossimi 5 anni a favore della controllante in concordato e con essi soddisfare i creditori.

Il piano prevede, quindi, che grazie alla continuità circa 11 milioni di euro verranno destinati al soddisfacimento dei creditori, di cui 5 milioni giungeranno nei prossimi 5 anni da Tecnolines Italia srl (2,55 milioni quali utili e 2,45 milioni quale restituzione del finanziamento concesso a dicembre per sostenere l’avvio finanziario della continuità), circa 3,2 milioni da crediti verso i clienti (sostanzialmente Terna, gran parte dei quali già incassati in questi mesi di procedura), circa 3 milioni dalla liquidità esistente (larga parte proveniente da una vantaggiosa transazione intercorsa durante il periodo di concordato in bianco con il committente svedese).

Grazie a tale provvista, si prevede di soddisfare, oltre a tutte le spese di procedura e prededucibili, il 100% dei creditori privilegiati, il 100% dei creditori chirografari subappaltatori nei contratti con Terna (che avrebbero diritto ex lege di essere soddisfatti integralmente da quest’ultima, la quale poi compenserebbe tali importi con quanto dovuto a Tecnolines) e il 16% dei restanti chirografari. Peraltro, i risultati di questi primi 10 mesi di attività della newco Tecnolines Italia stanno dimostrando che il margine primo è coerente con le previsioni del piano.

«Siamo molto soddisfatti per l’ammissione – ha commentato l’avvocato l’Alessandro Da Re – anche per le difficoltà connesse alla sostanziale assenza di un imprenditore di riferimento e soprattutto per la particolarità tecnica dell’operazione, che mirava a salvaguardare e valorizzare quello che di sano c’era in Tecnolines (in primis la struttura aziendale e i dipendenti, oltre all’importante portafoglio contratti in essere), e a consegnare, con l’ipotesi della vendita delle quote della newco, futuro e opportunità di sviluppo all’attività, grazie all’ingresso di un nuovo imprenditore forte. Nel doveroso ringraziamento al tribunale e al commissario giudiziale, agli advisor Marco Fiorani e Marika Tagliavini e all’attestatore Alberto Cimolai, un particolare pensiero va proprio ai manager Stefano Grando e Rodolfo De Franceschi e ai dipendenti di Tecnolines, senza il cui contributo questo risultato sarebbe stato impensabile». —

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