Telecom non chiude la linea e continua a mandare le bollette: 92enne fa causa e la vince

SACILE. Vince la conciliazione contro Telecom al Corecom: una novantenne di Sacile ha ottenuto ragione contro il colosso delle telecomunicazioni.
«Il Corecom è l’autorità giusta per salvare gli utenti telefonici». M.B. è l’anziana sacilese che con il figlio l’ha avuta vinta nell’udienza del Comitato regionale per le comunicazioni di Pordenone: sulla chiusura di un contratto di telefonia fissa Telecom, che si trascinava da mesi.
«Una grande vittoria e ringrazio Roberta Riva, autorità Corecom – ha aggiunto l’anziana che abita in via Mazzini –. Il consiglio è quello di guardare con fiducia all’ente: a tutti gli utenti che vivono l’incubo di bollette sbagliate e le lungaggini nei contratti di disattivazione. I diritti esistono ancora».
La conciliazione a metà marzo ha deciso la disattivazione immediata del contratto di telefonia fissa, l’annullamento di bollette recapitate (e non pagate) dopo la disdetta 2017 e zero spese della disattivazione. Fine della controversia dopo un anno.
«Non costa nulla rivolgersi al Corecom – ha precisato l’ex utente Telecom – e non serve l’assistenza legale. Le persone anziane sono le più deboli di fronte alla burocrazia e ai contratti delle utenze: ci si trova di fronte a una giungla, quando si decide di disattivare la telefonia fissa».
Un anno fa la sacilese aveva inoltrato la richiesta di cessare l’utenza: al telefono (call center da Romania e Albania) avevano assicurato che bastava una chiamata. «Il gestore aveva continuato a mandarmi le bollette – ha ricordato all’autorità Corecom –. Non ho pagato perché la disdetta è stata spedita regolarmente».
Il vortice di telefonate, raccomandate, proteste era andato avanti nell’estate scorsa e in autunno 2017 il reclamo era stato inoltrato al Corecom. L’organo del consiglio regionale con compiti di consulenza, garanzia e vigilanza nelle comunicazioni.
«Al numero telefonico 187 ho ricevuto comunicazioni sbagliate – ha aggiunto la signora, che si era fidata –. Invece di terminare il contratto, come chiedevo, mi sono trovata con altri mesi di canone da pagare. Quando ho spedito in raccomandata la disdetta mi sono sentita dire che non l’avevano ricevuta».
L’utente ha spedito una raccomandata di cessazione: niente da fare. «L’operatore mi chiede una raccomandata – ha confermato – e promette “entro 48 ore sarà chiusa linea”. Invece, niente. In pratica ho avuto la sensazione di essere raggirata nelle informazioni: mi chiedo quante persone anziane oppure ingenue abbiano vissuto il mio incubo».
Non tutti subiscono e si rassegnano: la novantenne e il figlio che ha una laurea in economia, non hanno alzato bandiera bianca. Risultato: annullate fatture e costi per disattivazione di 35,18 euro.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto