Tenta il suicidio sui binari della metro: premiato l'uomo che l'ha salvato

Il caporal maggiore Francesco Torre insignito del premio “alpino dell’anno”. Di stanza a Remanzacco, nel 2016 era a Roma per il Giubileo
REMANZACCO. A Roma era arrivato da pochi giorni, con il contingente che, nel gennaio 2016, il 3º Reggimento artiglieria da montagna di stanza a Remanzacco aveva inviato nella capitale per potenziare il livello di sicurezza in occasione del Giubileo. E proprio nella città eterna è diventato un eroe, mettendo a rischio la sua vita per salvare quella di uno sconosciuto che aveva deciso di farla finita sui binari della metro. Un gesto che il caporal maggiore scelto Francesco Torre ha compiuto sotto lo sguardo terrorizzato delle centinaia di persone che quel 18 gennaio affollavano la stazione Piramide della metro capitolina e che gli è valso il premio di “Alpino dell’anno” al raduno interregionale degli alpini, svoltosi domenica scorsa ad Alassio, in provincia di Savona. «Erano circa le 13.45, ero in servizio nella metro con un collega. La solita routine di quei giorni: controllavamo, stanze, valige e zaini. Poi abbiamo visto un uomo sulla quarantina che stava camminando sui binari, in evidente stato confusionale. Lo abbiamo chiamato, abbiamo urlato, ma niente: non rispondeva e continuava a camminare. A quel punto, essendo capo muta, ho spedito il collega a chiedere che venisse fermata la metro e sono corso dietro a quell’uomo. Ormai era entrato nella galleria, a quel punto ci sono entrato anche io, aggrappandomi ad alcuni cavi elettrici, con i piedi sullo stretto proseguimento della banchina. Ho chiamato quella persona più volte, con decisione, ma lui mi ha risposto solo di lasciarlo in pace: lasciami stare, voglio morire. In quel momento ho sentito lo spostamento d’aria, pochi istanti dopo il rumore del treno che arrivava. Ho allungato la mano, l’ho afferrato con decisione e sono riuscito a tirarlo su, stringendolo a me in quei pochi centimetri tra la parete della galleria e il treno che sfrecciava. Solo una ferita all’avambraccio sinistro, sfiorato dal treno: niente di grave, tre giorni in ospedale». L’aspirante suicida praticamente illeso. «Passata la metro l’ho trascinato sulla banchina della stazione e l’ho affidato ai soccorritori».


Uscito dall’ospedale il caporal maggiore scelto Torre è tornato subito in servizio, «purtroppo senza più rivedere quell’uomo. Ma non importa, quello che conta è che stia bene. Se mi sento un eroe? No, ho fatto quello che andava fatto, credo e spero che chiunque avrebbe fatto lo stesso».


Originario di Pace del Mela (Messina), Francesco Torre è in Friuli dal 2010. Ora a Remanzacco, prima in servizio anche a Cividale, Tolmezzo e Udine, la città della sua ragazza, Katia. «Mi trovo bene qui. E voglio restarci».




Riproduzione riservata © Messaggero Veneto