"Terremoto come quello del '76 in Friuli, la stessa intensità": che cosa è successo in Croazia spiegato dal sismologo

Un frame tratto da un video pubblicato dai media croati su twitter dei crolli a Petrinja, una cinquantina di km a sud di Zagabria, una regione già colpita ieri da scose sismiche. +++ TWITTER +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++
Un frame tratto da un video pubblicato dai media croati su twitter dei crolli a Petrinja, una cinquantina di km a sud di Zagabria, una regione già colpita ieri da scose sismiche. +++ TWITTER +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

UDINE. Una fortissima scossa di terremoto ha colpito la Croazia provocando distruzioni e vittime soprattutto nella città di Petrinja, a 44 chilometri da Zagabria.

L’epicentro, secondo le prime informazioni, si troverebbe a un centinaio di chilometri da Zagabria. Le stime preliminari dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, confermate dal GFZ tedesco, parlano di magnitudo 6,4 e di una profondità di circa 10 chilometri. Molteplici testimonianze parlano di una scossa di durata superiore ai venti secondi (Qui le immagini) .

La scossa è stata avvertita nitidamente anche in Friuli dove in tanti sono usciti per strada. La mente va subito al terremoto del '76 anche perché "l'intensità è stata la medesima", spiega Gianni Bressan, ricercatore dell'Ogs. A lui abbiamo chiesto che tipo di fenomeno è stato quello registrato in Croazia e come mai è stato sentito nettamente in tutta Italia, da Bolzano a Napoli.

Bressan, che tipo di fenomeno è stato, ondulatorio o sussultorio? E di che profondità e intensità parliamo?
"L'evento si è verificato alle 12:19, con magnitudo 6.4 (la stessa magnitudo dell'evento che nel 1976 colpì l'area friulana), a circa 45 km a sud-est di Zagabria, ad una profondità di circa 15 chilometri. Nella nostra regione sono state maggiormente percepite le onde superficiali lunghe, che sono originate dal contrasto di rigidità tra le rocce presenti a profondità di circa 35-40 chilometri".

Fa parte dello sciame sismico provocato dall’evento registrato qualche giorno fa o è un altro terremoto? "L'evento di ieri è localizzato nella stessa zona e in pratica è stata un'anticipazione del sisma di oggi. Tuttavia era impossibile prevederlo".

Perché è stata avvertita da Bolzano a Napoli così nettamente?
"La magnitudo registrata dai sismografi è stata elevata, in pratica la stessa del terremoto che nel 1976 investì il Friuli".

Dobbiamo attenderne altre?
"Sì, adesso c'è l'inevitabile coda di repliche. Vi è la possibilità che entro 3-4 settimane si possa verificare una replica di magnitudo comparabile a quella che si è verificata o entro un grado di magnitudo più basso.

Inoltre tra 3-4 mesi vi è la possibilità di una ripresa significativa dell'attività sismica. In tutto la sequenza potrebbe durare 1 anno-1 anno e mezzo".

La Croazia è una zona sismica storica?
In passato sono stati rilevati altri eventi di questa intensità? "Sì, la zona è stata interessata nel passato da eventi significativi, quali l’evento con la stessa magnitudo (6.4) del 1459 e l'evento del 1880 con magnitudo 5.9. Inoltre, nel 1757 si verificò un evento di magnitudo 6.4 nei pressi del confine con l'Ungheria".

La faglia interessa anche la nostra regione?
"La frattura estesa che ha provocato questo terremoto non interessa l'area friulana. La sismicità dell’area croata è causata dalla compressione e scorrimento laterale della placca Adriatica con la placca europea. In pratica il terremoto nasce dallo movimento laterale delle rocce in profondità dalle faglie trascorrenti".

Dal punto di vista scientifica questo terremoto per cosa si distingue?
"Si è trattato di un terremoto tettonico superficiale, come del resto lo sono gli eventi della nostra regione".

Ma i terremoti si possono prevedere?
"Assolutamente no. Il terremoto non è prevedibile, nel senso di definire con esattezza luogo, data e magnitudo perché i fenomeni che avvengono prima (scosse “premonitrici”, quiescenza, variazione del tasso di sismicità, sciami localizzati) non si manifestano con regolarità. Inoltre non si riesce a definire l’estensione dell’area interessata da questi fenomeni. È necessario agire sulla prevenzione dai danni possibili".

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