Terza corsia, approvato l’emendamento Appalti, indagine della corte dei conti

L’annuncio di Rosato via Twitter: l’opera nel decreto del fare, Serracchiani soddisfatta. Intanto i giudici contabili aprono un’inchiesta sugli appalti senza copertura finanziaria per l’A4.

UDINE. E’ stato approvato nella notte l’emendamento al "Decreto del fare”, proposto da 15 parlamentari bipartisan, che dà risorse certe alla terza corsia. Lo ha reso noto - con un “tweet” - il parlamentare pd Ettore Rosato. Per quanto riguarda l’ammontare del finanziamento, lo stesso Rosato ha precisato che andrà definito con un decreto sulla base delle disponibilità di un apposito fondo.

L’emendamento prevede l’inserimento dell’opera tra quelle prioritarie, ma - come detto - non chiarisce ancora l’impegno statale. Secondo il deputato del Pd, tuttavia, i soldi in ballo per la A4 dovrebbero essere quelli preventivati, 120 milioni di euro tra 2013 e 2014.

«È un fatto molto importante, e rappresenta una svolta nella complessa vicenda della terza corsia». Così ha commentato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, dopo che il relatore Francesco Boccia ha depositato l’emendamento con il quale la terza corsia dell’Autostrada A4 viene inserita tra le opere prioritarie del “decreto del fare”.

Intanto gli appalti senza copertura finanziaria sul tracciato della terza corsia non sono solo materia di possibile ricorso delle imprese, Rizzani De Eccher in testa.

A muoversi su quel fronte è anche la Corte dei conti, conferma il procuratore Maurizio Zappatori. Sul suo tavolo c’è infatti un fascicolo aperto sulla base della relazione dell’ispettore della Protezione civile Antonio Onorato, documento su cui Renzo Tondo e Riccardo Riccardi hanno presentato corpose controdeduzioni ma che il procuratore continua a tenere come punto di riferimento.

Indagine «in corso» e «di vasto respiro», fa sapere Zappatori senza entrare nel merito. Nei mesi scorsi la Corte aveva acquisito la relazione di Onorato, quella che tra l’altro bocciava come «palesemente illegittima» l’aggiudicazione dei lavori del terzo lotto “ponte sul fiume Tagliamento-Gonars” perché avvenuta prima che fosse avviata la procedura per il reperimento delle risorse finanziarie da parte di Autovie Venete.

Muovendo da quei rilievi, conferma il procuratore regionale, l’inchiesta mira a verificare se c’è stata davvero negligenza da parte della struttura commissariale nell’affidare le opere in assenza di certezze sulla copertura.

Zappatori ha chiesto a tal proposito anche documentazione alla Sezione di controllo della Corte, lì dove sono arrivati diversi atti legati alle procedure di gara, tra cui quelli che hanno visto il governatore Tondo, allora commissario, firmare il decreto di aggiudicazione all’Ati costituita da Rizzani De Eccher e Pizzarotti del terzo lotto della terza corsia, 25 chilometri in territorio regionale per un investimento complessivo di 500 milioni di euro.

Se una prima parte dei rilievi di Onorato sono stati archiviati dalla magistratura (in particolare il direttore di Autovie Enrico Razzini non si è visto contestare alcuna irregolarità nel conferimento di due consulenze legali), la questione degli appalti non finanziati rimane ancora tutta da chiarire. Così almeno fa capire Zappatori. Un tema, del resto, di cui si è discusso ripetutamente nel cda della concessionaria. Anche perché il decreto di nomina del commissario (governo Berlusconi, 2008) mette le procedure di gara nelle mani commissariali ma ogni passaggio, viene precisato, deve avvenire «sentita Autovie».

Di qui negli anni scorsi la caccia all’interpretazione di quella postilla, con i consiglieri della società che non si sono in realtà mai visti passare davanti le aggiudicazioni e le conseguenti coperture finanziarie.

La materia, dal punto di vista tecnico, è sempre stata trattata dagli uffici. Ma che cosa accadrà, inchiesta contabile a parte, se Rizzani De Eccher, chiamata in questi ultimi mesi a definire il progetto definitivo (secondo indiscrezioni l’impresa sarebbe in ritardo di qualche settimana sulla consegna dell’elaborato), avviasse una causa per mancato guadagno nel caso di blocco cantieri per carenza di risorse? Nei guai, non ci sono dubbi in Autovie, finirebbe il commissario.

Lo chiarisce anche una sentenza del 2011 del Consiglio di Stato relativa a un contenzioso tra imprese sulla gara per i lavori sulla Villesse-Gorizia in cui la concessionaria viene estromessa dal giudizio in quanto, sostengono i giudici, si tratta di appalti indetti dal commissario delegato al quale, in virtù dell’ordinanza del 2008, sono stati attribuiti pure i poteri di gestione delle procedure selettive per far fronte all’emergenza.

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