Test Covid a rischio: scade il 31 l’accordo con i medici di base

San giorgio di nogaro

Prosegue spedita l’attività dei medici di medicina generale dell’Associazione funzionale territoriale (Aft) al drive-in del Distretto sanitario ovest di San Giorgio di Nogaro: fino a ieri sono stati effettuati 413 tamponi rapidi con ben 70 esiti di positività. I medici di famiglia hanno proseguito il loro impegno anche ieri, giorno di Santo Stefano, effettuando 24 test, con un risultato positivo.

L’attività andrà avanti anche nei prossimi giorni, ma potrebbe tuttavia terminare il 31 dicembre essendo vincolata a un accordo tra le organizzazioni sindacali dei medici e la Regione.

Come riferisce il coordinatore del gruppo, dottor Gianni Iacuzzo, tutti i medici di famiglia (una dozzina) della Aft San Giorgio di Nogaro, di cui fanno parte Carlino, Marano, Porpetto, e Muzzana, per un bacino di utenza di circa 23 mila abitanti, hanno dato la loro piena disponibilità allo svolgimento di questo fondamentale servizio.

«Una parte di assoluto rilievo hanno svolto e svolgono la dottoressa Raffaella Principato e la dottoressa Elena Baldini – Gianni Iacuzzo –, che fin dalle prime sedute si sono rese disponibili con entusiasmo ed efficacia. L’importanza della rapidità con cui possono essere effettuati (qualche volta il giorno stesso) e la rapidità della risposta (dopo 15-20 minuti dal prelievo), fanno dei tamponi rapidi “antigeni” un valido aiuto nell’individuazione del contagio. Il tampone molecolare rappresenta ancora il test maggiormente sensibile ma sconta purtroppo il problema dei tempi lunghi per l’appuntamento e per la risposta. Ora però questa “macchina” così ben funzionante rischia di concludersi il 31 dicembre, essendo vincolata all’intesa sottoscritta tra le Organizzazioni sindacali del medici di famiglia e la Regione».

Ricordiamo che l’intesa tra Ooss e la Regione per effettuare i test del Covid-19, si pone come obiettivo primario l’identificazione rapida dei focolai e l'isolamento dei casi, oltre che fornire alla popolazione una risposta e una tempestiva presa in carico rispetto alla diagnosi qualora si presentino sospetti contagi da coronavirus. Inoltre intende contenere la diffusione dell’epidemia rafforzando le attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione del Covid. —



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