Test e tamponi a un migliaio di universitari

UDINE. Non solo smart-working ma anche test e tamponi per evitare l’insorgere di possibili focolai da Sars-Cov 2 nelle aule universitarie. Di fronte alla curva del contagio che non accenna a scendere, l’ateneo friulano ha deciso di anticipare i tempi sottoponendo il personale tecnico amministrativo e i docenti a uno screening anti Covid. Le adesioni sono volontarie, ma nonostante ciò il numero è elevato. «Abbiamo registrato circa un migliaio di adesioni» conferma il magnifico rettore, Roberto Pinton, mentre valuta i risvolti che può avere il decreto Dadone sullo smart working.
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La campagna di prevenzione contro la diffusione del coronavirus prenderà il via nei prossimi giorni quando il direttore della clinica di Malattie infettive, Carlo Tascini, e il direttore del Dipartimento di medicina di laboratorio dell’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale(Asufc), Francesco Curcio, nei poli umanistici, scientifico, economico-giuridico e medico coordineranno il monitoraggio attraverso la somministrazione di test sierologici e tamponi agli universitari che hanno aderito all’iniziativa. L’obiettivo è individuare i possibili positivi al virus per arginare la diffusione dell’infezione nelle aule universitarie. «Tra qualche giorno partiremo con i test sierologici e i tamponi, questi ultimi li ripeteremo una volta al mese» continua il rettore lasciando intendere che la campagna fa parte della ricerca scientifica avviata, nei mesi scorsi, con la validazione dei test sierologici.
Nell’attesa di sottoporre il personale che ha aderito ai test, l’università di Udine si prepara ad ampliare la percentuale del lavoro agile in vigore dall’inizio del lockdown. «A prescindere delle percentuali prevista dal decreto, la nostra è una situazione consolidata: le condizioni indicate dal ministro non sono molto diverse da quelle di prima». Il rettore sa di avere alle spalle una situazione rodata e una struttura in grado di ampliare anche le lezioni a distanza. «Al momento – continua Pinton – oltre il 60 per cento degli studenti ha scelto di seguire le lezioni a distanza. Noi abbiamo privilegiato le matricole consentendo loro di prenotare i posti in aula e di seguire le lezioni in presenza. Nel caso in cui la situazione dovesse precipitare siamo pronti a estendere al 100 per cento la didattica a distanza».
Nelle aule universitarie i posti a sedere vengono occupati a metà. Anche questa è una misura anti Covid indicata nelle linee guida dal Comitato tecnico scientifico nazionale per autorizzare la riapertura degli atenei. A Udine, il Coordinamento tecnico ha lavorato tutta l’estate per mettere a punto un’organizzazione che limita i contatti tra le persone e quindi gli assembramenti. I poli universitari sono stati suddivisi in isole dotate di servizi e ingressi autonomi. Chi entra e chi esce viene registrato per dare la possibilità al vertice dell’ateneo di rintracciare le persone nel caso di contagio. Nelle varie isole, gli studenti hanno a disposizione il servizio portineria, la sala mensa e servizi igienici autonomi. In ogni angolo studenti e docenti trovano i dispenser di gel igienizzante. L’attenzione è alta, tutti seguono con attenzione l’andamento del contagio.
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