Tettoia-deposito, tenda e recinto per animali: ordine di demolizione
Un anno fa, il 25 gennaio del 2019, la polizia locale ha effettuato un sopralluogo in un terreno che confina con il parco dei laghetti di Rorai. In quel controllo vennero rinvenute violazioni urbanistiche, ma anche del regolamento di igiene per lo stato di degrado «a seguito della presenza di materiale e attrezzature posti in deposito alla rinfusa». Ora è arrivata l’ordinanza di demolizione e ripristino dei luoghi: il privato avrà 90 giorni, dalla notifica, per seguire quanto disposto dal Comune di Pordenone.
Il combinato disposto tra le norme edilizie e quelle di decoro urbano, hanno portato a evidenziarediverse strutture da rimuovere. L’area ricade nel parco urbano comprensoriale «ove sono presenti valori ambientali naturalistici da preservare e valorizzare». L’ordinanza predisponde inoltre che, «nell’ipotesi di inottemperanza alle disposizioni della presnte» il Comune acquisisca gratuitamente una porzione di 273 metri quadri.
Nell’area privata è stata trovata una casetta di legno, con tettoia, uasata come deposito per attrezzi vari; c’era poi una tenda da campaggio (4,2 metri per 3,2 metri) collocata su una pedana in legno che il proprietario pare usasse sporadicamente come ricovero per la notte. «Internamente, durante il controllo, veniva rilevata la presenza di un materasso matrimoniale e di vestiti alla rinfusa». Sulla pedana erano collocati anche tavolo e frigo congelatore e, attorno alla pedana, «pallet, panchine, botti in cemento per il vino, un caminetto in metallo su ruote», il tutto circondato da una staccionata in legno.
La polizia locale ha quindi individuato una tettoia in legno usata per il sempre come deposito, un cassme per autocarri al cui interno era stata ricreata una cucina (pensili, fornello, tavolo, sedie eccetera), un «pannello in ondulato plastico» sulla recinzione per oscurare la vista ai passanti, un recinto per l’allevamento di animali domestici (oche, galline eccetera), un ricovero per i cani e materiale di varia natura (tavole, laterizi ecc.) alla rinfusa.
Questo “microcosmo” allestito nella proprietà ora va totalmente rimosso. A un anno di distanza dall’avvio del procedimento, tenuto conto che il privato non ha presentato alcuna osservazione, il Comune chiede, come da normativa di carattere paesaggistico, di demolire l’esistente e ripristinare lo stato dei luoghi.
Resta la possibilità per il privato, laddove possibile, di richiedere, entro il termine assegnato per l’esecuzione dell’ordinanza, la sanatoria urbanistico-edilizia. —
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