Toglie il gesso: il braccio non si muove più

Cade dalla bicicletta durante una gita, portata in ospedale per una sospetta frattura ad un braccio, viene ingessata. Venti giorni dopo, tolto il gesso, si accorge che il braccio non si estende più...

Cade dalla bicicletta durante una gita, portata in ospedale per una sospetta frattura ad un braccio, viene ingessata. Venti giorni dopo, tolto il gesso, si accorge che il braccio non si estende più linearmente, ma compie una deviazione di 45 gradi. Vi fu un errore di valutazione medica? Lo stabilirà una perizia, che il giudice civile del tribunale di Pordenone ha disposto. L’incarico al perito, Francesco Pravato di Treviso, verrà conferito il 29 aprile.

Parti in causa, l’Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone, con l’avvocato Giancarlo Zannier, e l’allora paziente – stiamo parlando di fatti risalenti al 2012 –, una cinquantenne residente in provincia e tutelata dall’avvocato Alessia Fugaro.

All’epoca la donna stava compiendo una gita in bicicletta. Caduta, era stata portata all’ospedale di Pordenone. Il personale medico aveva rilevato una frattura composta. Tolto il gesso, la donna non riusciva più a muovere il braccio: ipotrofia muscolare. Quando riuscì a stenderlo, l’arto non si estendeva in avanti, bensì lateralmente, di 45 gradi. La frattura non era stata riallineata, sostiene la parte offesa.

Il giudice del tribunale di Pordenone ha disposto una perizia per accertare la sussistenza o meno di responsabilità dell’Azienda ospedaliera. L’incarico al perito, come detto, verrà conferito martedì prossimo.

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