Tolmezzo, il questore chiude per sette giorni il bar “Pane vino e San Daniele”

Chiuso per sette giorni, con decreto del questore Manuela De Bernardin Stadoan, il bar ristorante “Pane vino e San Daniele” di Tolmezzo. Il provvedimento di sospensione dell’attività è stato notificato ieri dal personale della questura alla titolare Ivana Fasiolo ai sensi dell’articolo 100 del Testo unico leggi di Pubblica sicurezza in seguito a una verifica effettuata dal personale del commissariato di Tolmezzo coordinato dal vicequestore Alessandro Miconi e dalla polizia locale guidata dal comandante Alessandro Tomat.
Le verifiche sono scattate nella serata del primo febbraio; le forze di polizia, dopo aver identificato una cinquantina di persone, hanno contestato la presenza di soggetti con precedenti penali, la mancata esposizione di documenti relativi all’autorizzazione e la somministrazione di sostanze alcoliche a un minore, irregolarità che hanno portato all’emissione del provvedimento del questore.
A determinare l’intervento nel locale, che si trova in centro a Tolmezzo, è stato un esposto presentato da alcuni residenti. Numerose le segnalazioni che erano giunte al Comune in riferimento ai disagi provocati dalla musica e dagli schiamazzi provenienti dal locale, oltre che dai comportamenti poco urbani di alcuni giovani avventori, segnala il sindaco Francesco Brollo.
«L’operazione congiunta del commissariato e della polizia locale – spiega Brollo – ha consentito di verificare alcune violazioni. Siamo intervenuti nel tentativo di equilibrare il rapporto tra la legittima iniziativa imprenditoriale privata e il rispetto della salute dei cittadini. Il locale si trova all’interno del cortile di un palazzo che amplifica la musica, rendendola insopportabile per i residenti. Avevamo già invitato la proprietaria a rispettare la normativa sulle emissioni acustiche e sugli orari – assicura il primo cittadino –, quindi è stata disposta la verifica. Sosteniamo le iniziative finalizzate allo svago, purché rientrino nelle norme e non creino disagio alla popolazione. Se qualcuno sgarra è giusto adottare gli opportuni provvedimenti».
Da ieri, dunque, il locale è chiuso. Per la titolare, che lavora nel settore da 34 anni, è stato un fulmine a ciel sereno.
«Abbiamo sempre rispettato gli orari di apertura – premette – non somministriamo alcolici ai minori, né ai clienti ubriachi. Quella sera ero da sola nel locale con un centinaio di persone, molte delle quali si trovavano in strada, su una via di transito, dove la gente si era riunita prima di spostarsi in un altro locale per trascorrere il resto della serata. Difficile controllarle tutte. Mi dispiace che un diciassettenne sia stato trovato con una birra in mano, ma posso assicurare che alle persone che si sono presentate al banco per chiedere alcolici è stato chiesto un documento».
Elementi che la titolare inserirà in una memoria difensiva che presenterà attraverso il proprio avvocato. —
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