Tornano i turni da otto ore all’Electrolux di Porcia

L’orario a tempo pieno parte con una settimana di ritardo rispetto a quanto preventivato Intanto fatica a decollare il patto con Roncadin

Si torna alle otto ore all’Electrolux di Porcia. Da oggi, infatti, è di nuovo in vigore il regime dell’orario di lavoro pieno, che sarebbe dovuto partire il 9 luglio, come annunciato in un primo tempo dall’azienda alle Rsu di stabilimento, ma poi slittato alla giornata odierna. La multinazionale svedese aveva comunicato che, a causa di alcuni Pnc (codici macchina) che erano in esaurimento e necessitavano di essere rimpiazzati con i nuovi modelli, si era verificata una mancata richiesta di apparecchiature con vecchio Pnc da parte dei paesi del Nord. Questo aveva determinato uno slittamento di una settimana della partenza delle otto ore.

Oggi, insomma, si ricomincia a lavorare a pieno ritmo: d’altronde la richiesta di lavatrici aumenta nei mesi estivi e i picchi di produzione che rendono necessario l’impegno dell’organico a orario pieno. Ma, al di là dell’organizzazione del lavoro, ci sono altre questioni che tengono banco nello stabilimento di Porcia, tra cui la scadenza degli ammortizzatori sociali e la partita degli esuberi. Il patto Rocandin-Electrolux, che punta a scongiurare eccedenze nel sito della multinazionale svedese, per ora non decolla: la possibilità di trasferire 80 addetti dalla fabbrica di lavatrici di Porcia a quella di pizze surgelate di Meduno, che conta 540 maestranze ed è in espansione, è ridotta al lumicino. I dipendenti Electrolux non sono convinti. Tra i dubbi la questione legata alla tutela reale del posto di lavoro: il Jobs act frena, come hanno ricordato le organizzazioni sindacali. Il percorso di trasferimento sarà accompagnato da incentivi: Electrolux ha messo a disposizione 70 mila euro a lavoratore. Ma la somma non sarà riconosciuta interamente ai dipendenti che accettano di spostarsi: 30 mila euro andranno all’impresa produttrice di pizze surgelate per la riqualificazione del personale (un bonus assegnato, comunque, soltanto dinanzi a un’assunzione a tempo indeterminato). 40 mila, invece, agli addetti che decidono di lasciare la fabbrica di lavatrici. Per il momento non c’è insomma la coda per passare da una realtà all’altra. —

G.S.

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