Torrenti amareggiato: col ritorno dei confini finisce l’idea di Europa

L’assessore nega che la scelta dell'Austria di blindare i confini possa dirottare in Fvg altri profughi. Savino (FI) attacca: la giunta incapace di far fronte alla situazione

UDINE. La Regione rassicura e invita a non fare allarmismi. E ripete per l’ennesima volta che allo stato attuale non esiste alcun segnale che indichi un’inversione decisa di rotta sull’arrivo di immigrati dall’Austria e dalla Slovenia.

Detto con le parole dell’assessore regionale all’Immigrazione del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti «questa scelta del Governo austriaco non comporterà per la nostra regione un arrivo in massa di profughi alle nostre frontiere. Una possibile conseguenza potrebbe essere invece un aumento degli sbarchi sulle coste italiane, visto che la chiusura di fatto dei confini all’interno di quella che viene definita la rotta balcanica renderà la traversata via mare l’unica via d’accesso all’Europa».

Insomma, l’annuncio di Vienna di un rafforzamento dei controlli ai valichi di frontiera con l’Italia non spaventa i vertici della nostra Regione. Proprio ieri, anche a seguito della notizia austriaca «il prefetto di Trieste, Annapaola Porzio» ha confermato allo stesso assessore Torrenti «che non sussiste alcun elemento di preoccupazione sui transiti che riguardano la nostra regione. Quindi ribadisco che quella presa dal Governo austriaco non è una decisione che avrà un impatto per il Friuli Venezia Giulia. Non possiamo però esimerci - ha sottolineato ancora - dal manifestare, con amarezza, una contrarietà culturale e politica al fatto che vengano chiusi dei confini la cui apertura ha rappresentato il simbolo e il senso stesso dell’Europa».

Di diverso tenore le parole di commento della parlamentare e coordinatrice di Forza Italia, Sandra Savino. Secondo cui «la scelta dell’Austria di riattivare i controlli al Brennero è molto grave e ancora più grave è l’immobilismo del Governo. Nella vicina Repubblica viene di fatto sospeso Schengen e inoltre si parla di creare delle barriere. L'Austria ha stabilito inoltre una quota annua di 37 mila 500 richiedenti, considerato che al giorno ne accolgono non più di 2 mila 500, il Paese chiuderà i valichi nel giro di due settimane. A quel punto dove andranno i richiedenti?».

Savino ricorda che la Slovenia ha chiarito che difficilmente sarà disposta a trovarsi nella situazione di ottobre. «In questo scenario - ha rimarcato - il Governo temporeggia e aspetta gli incontri ufficiali, che in passato non hanno dato nessun risultato tangibile. Il calo del flusso di richiedenti è frutto solo del clima freddo ma al lato pratico, con la fine dell’inverno, riprenderà come lo scorso anno con la differenza che i paesi confinanti al nostro saranno preparati e noi ci troveremo al palo».

L’esponente di Fi aggiunge di non osare immaginare cosa accadrà in Fvg, «con l’esecutivo regionale che già nel 2015 ha dimostrato la totale incapacità di far fronte all’emergenza. Con l’eventuale blocco dei valichi, c’è il rischio concreto che la Slovenia dirotti i migranti sull’Italia che dovrà già far fronte agli arrivi via mare nel sud». Torrenti ha giudicato «infondate e contraddittorie le accuse» di Savino perché «il Fvg ha dimostrato di saper far fronte e gestire il flusso dei richiedenti asilo, che sono controllati sotto l’aspetto sanitario e della sicurezza».

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