Torviscosa alla sua gente: rivolete piazza Impero?
TORVISCOSA. Volete che piazza del Popolo torni a chiamarsi piazza Impero e che i nomi delle strade tornino a essere quelli del Ventennio fascista? Lo chiederà l’amministrazione comunale alla sua gente in una assemblea pubblica che si terrà martedì alle 20.30 al Cid.
Proprio la Giunta del sindaco Roberto Fasan, riconfermato nel 2011 con due liste civiche che “guardano a sinistra”. Sì, perché la città di fondazione vuol tornare al progetto originale anni Trenta dell’architetto De Min quale esempio tipico di città del Ventennio.
Gli amministratori della cittadina industriale stanno da tempo lavorando per tutelare e salvaguardare le strutture urbanistiche, architettoniche e paesaggistiche della città di fondazione e del territorio circostante. Anche intervenendo sui nomi. Per esempio, piazzale Marinotti riprenderebbe il nome di piazza Autarchia e via Roma tornerebbe a chiamarsi viale delle Trincee.
Piazza del Popolo è uno dei luoghi simbolo della storia urbanistica della città di fondazione. Realizzata tra il 1938 (scuole) e il 1941 (municipio e case per impiegati) su disegni e progetti dell'architetto Giuseppe De Min ha portato fino al 1945 il nome di piazzale Impero. Già nei disegni preparatori appare esplicita l’influenza di De Chirico e nel suo insieme rappresenta oggi uno degli esempi più riusciti di «metafisica costruita».
Nel corso degli anni non ci sono state manomissioni o modifiche sostanziali; le architetture e gli spazi che la compongono, grazie anche ai recenti lavori di manutenzione, si presentano in uno stato di conservazione molto buono.
Gli unici elementi che hanno marginalmente modificato l’aspetto originario della piazza sono legati al posizionamento di un finto pozzo (inizio anni ’50) e alla sostituzione delle finestre in legno delle scuole con anonimi serramenti in alluminio (fine anni ’70). Nell’ultimo decennio, però, la crescita smisurata dei cedri messi a dimora nella prima metà degli anni Ottanta ha reso di fatto impossibile la visione della piazza nel suo insieme.
A differenza dei pini marittimi e della “Romanitas fascista” a essi correlata, i cedri sono stati collocati nelle aiuole della piazza senza alcuna giustificazione storico-urbanistica. Erano stati messi a dimora per essere utilizzati come alberi di Natale. Al fine di ridare visibilità all’intera piazza e agli elementi architettonici che la compongono l’amministrazione sta valutando l’ipotesi di rimuovere i tre cedri. Questa operazione consentirebbe di ridare alla piazza l’aspetto originale e di iniziare un percorso per poterla progressivamente valorizzare.
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