Tozzi: per arginare il fenomeno mendicanti serve un provvedimento
UDINE. «Per arginare il fenomeno dei mendicanti serve un’ordinanza ad hoc». Il questore Antonio Tozzi non ha dubbi. «Il fenomeno è in aumento - spiega - ma non crea problemi dal punto di vista dell’ordine pubblico e tanto meno della sicurezza. Anche perché - precisa - chiedere l’elemosina, così come prostituirsi, non è reato».
Il reato si potrebbe configurare solo nel caso in cui ci fosse qualcuno che si arricchisse alle spalle dei mendicanti. E per molti parroci è proprio così: in città ci sarebbero molti casi di racket legati all’elemosina. E gli uomini e le donne che si vedono scendere da un furgone per poi girovagare in cerca di un aiuto sarebbero le prime vittime di un sistema organizzato che non lascia loro neppure un euro di quanto racimolato.
Le forze dell’ordine però non sono di questo avviso. «I controlli sono continui - assicurano - e tutte le persone che non sono in regola con i documenti vengono allontanate». Episodi di racket però non sono mai stati accertati. Accanto ai nomadi già noti e legati al territorio, negli ultimi tempi polizia e carabinieri hanno tenuto sotto controllo gruppi di origine slava e nomadi che arrivano da Milano, Roma e Bologna per fermarsi alcuni giorni nei centri storici e all’esterno di centri commerciali, con l’obiettivo di guadagnare qualche soldo facendo la carità.
«Non abbiamo notato orde di mendicanti - sottolinea il questore -, ma il problema sarebbe facilmente risolvibile se la gente smettesse di fare l’elemosina. Perché accanto a chi si trova realmente in difficoltà magari dopo aver perso il lavoro, c’è anche chi, e sono la maggioranza, preferisce fare l’elemosina piuttosto che cercare un lavoro. Sul fronte penale comunque non ci sono margini per intervenire a meno che la richesta della questua non si trasformi in un’aggressione vera e propria. Per questo - aggiunge - ritengo che per ridurre o eliminare il fenomeno, sarebbe più opportuno poter intervenire dal punto di vista amministrativo. Ma per farlo è necessaria un’ordinanza del sindaco».
Dello stesso parere era stato anche don Giancarlo Brianti: «È uno strumento utile – aveva detto – purché sia inserito in una rete di assistenza. Il documento potrebbe essere utile solo se messo a punto insieme al monitoraggio di una situazione complessa. Non dev’essere un’azione a spot per “pulire la città”: il problema è più grande. Serve un lavoro in rete per colpire chi si serve delle persone». (c.r.)
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