Traffico di libri rari arrestato un cividalese

CIVIDALE. C’è anche un friulano tra le persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sui furti alla biblioteca dei Girolamini di Napoli da dove sono spariti 3.500 volumi e manoscritti preziosi. Si tratta del bibliografo Luca Cableri, 39 anni di Cividale del Friuli. Nella ricostruzione del procuratore aggiunto Giovanni Melillo, a Cableri sarebbe stato affidato il compito di “piazzare” centinaia di libri antichi attraverso la casa d’aste Zisska & Schauer di Monaco di Baviera. La moglie di Cableri, raggiunta ieri al telefono, ha però respinto ogni accusa assicurando la totale estraneità del marito che, dopo essersi laureato a Urbino, ha aperto uno studio bibliografico ad Arezzo.
Insieme a Cableri sono state arrestate dai carabinieri della Tutela patrimonio culturale altre tre persone: tra loro c’è padre Sandro Marsano, di 38 anni, l’ex conservatore del complesso, già indagato da tempo. A lui il gip ha concesso il beneficio dei domiciliari. In carcere, invece, sono finiti oltre a Cableri anche Maurizio Bifolco, 65 anni, di Roma e il cittadino francese Stephane Delsalle, 38 anni.
A tutti è contestato il reato di peculato in concorso con Marino Massimo De Caro (l’ex direttore della biblioteca ed ex consigliere del ministero per i Beni culturali arrestato nei mesi scorsi) e altre sette persone. Le indagini hanno consentito di individuare i ruoli di ciascuno dei nuovi indagati. In particolare, padre Marsano avrebbe autorizzato persone estranee alla biblioteca, individuate da De Caro, ad accedere ai locali e a selezionare e portare via i volumi. Stephane Delsalle, esperto in antiquariato librario, insieme con De Caro avrebbe scelto i titoli più importanti da immettere sul mercato, occupandosi poi di piazzarli in Italia e all’estero. Bifolco avrebbe venduto i volumi agli acquirenti, riscosso e distribuito i proventi tra gli indagati.
Cableri, infine, avrebbe individuato la casa d’aste perchè rivendesse centinaia di volumi trafugati. Agli indagati è stata contestata l’aggravante di aver causato all’amministrazione dei beni culturali un danno patrimoniale ancora non determinabile, ma certamente di ingente entità. Allo stato delle indagini, è scritto in una nota a firma del procuratore aggiunto Melillo, risultano rubati oltre 3.500 tra manoscritti, volumi e altri beni. Due di questi sono stati poi ceduti al senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri. Il senatore, noto bibliofilo, avrebbe ricevuto un testo di Giovambattista Vico ed uno di Leon Battista Alberti nonchè una preziosa rilegatura Canevari.
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