Traffico e smog, l’allarme delle aziende: «A rischio chiusura chi usa i mezzi vietati»

Confartigianato trasporti, appello di Chiandussi al ministero: «Serve la mappa dei limiti d’accesso»

UDINE. «E dopo il contingentamento dei camion in Austria arriva quello in Pianura Padana, per dire che qui le aziende devono chiudere per forza. Non siamo contro né la salvaguardia dell’ambiente né la sicurezza, ma imponendo divieti occorre aver chiare quali saranno le conseguenze. Meno condivisi e coordinati sono, più sono devastanti».

Il presidente di Confartigianato Trasporti, Pierino Chiandussi, interviene a proposito delle difficoltà in cui sono precipitate le aziende di trasporto del Friuli Venezia Giulia dopo la misura scattata da lunedì primo ottobre in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, regioni che hanno chiuso alle vetture diesel “euro 3” le aree urbane e i centri con più di 30 mila abitanti.

«Il punto è che – prosegue Chiandussi – non esiste una mappa dei Comuni che hanno aderito a questa decisione regionale e quindi le aziende, a seconda delle consegne, devono chiamare ogni destinazione per verificare se in quell’area c’è stata l’adesione alle direttive regionali».

Oltre al problema organizzativo contingente, il provvedimento «rischia di far chiudere parecchie aziende della regione, che utilizzano ancora mezzi Euro 3», sottolinea Chiandussi.

«Per questo – aggiunge – abbiamo già sollecitato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli a intervenire con misure precise per favorire l’ammodernamento del parco veicolare italiano». «Bisogna che – aggiunge poi il presidente Chiandussi – il ministro passi dalle promesse fatte alla categoria ai fatti velocemente». Confartigianato Fvg auspica, inoltre, che si giunga al più presto a una mappa puntuale delle aree italiane che pongono limiti d’accesso ai mezzi diesel Euro 3.

Le associazioni di categoria nelle settimane precedenti avevano espresso preoccupazione anche per la chiusura del valico del Brennero prospettata dal governo austriaco. A preoccupare gli imprenditori della nostra regione, le conseguenze economiche, in termini di blocco o rallentamento delle esportazioni, che il ripristino delle frontiere comporterebbe.

Anche perché, come aveva sottolineato presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, «La nostra regione annovera la Germania e l’Austria tra i suoi primi mercati di sbocco, senza contare che i Paesi più prossimi sono anche la porta d’ingresso ai mercati di tutto il Nord Europa».

Considerato che dal Brennero transitano circa 2 milioni di Tir ogni anno e che, secondo quanto stimato da Confartigianato,su quella direttrice “circolano” 30 miliardi di export verso il Nord Europa.

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