Tragedia alle Acciaierie Venete l’udienza slitta al 26 marzo

La siviera (secchia di colata o caldaia di colata) che contiene il metallo fuso, sul luogo dell'incidente nello stabilimento delle Acciaierie Venete a Padova, 13 maggio 2018. L'incidente alle Acciaierie Venete si è verificato durante la fase di spostamento del contenitore di acciaio fuso stamattina, intorno alle 7,50. In quel momento si è rotto il perno di un contenitore da cui sono partiti schizzi di acciaio a circa 1600 gradi che hanno investito i quattro operai..ANSA
La siviera (secchia di colata o caldaia di colata) che contiene il metallo fuso, sul luogo dell'incidente nello stabilimento delle Acciaierie Venete a Padova, 13 maggio 2018. L'incidente alle Acciaierie Venete si è verificato durante la fase di spostamento del contenitore di acciaio fuso stamattina, intorno alle 7,50. In quel momento si è rotto il perno di un contenitore da cui sono partiti schizzi di acciaio a circa 1600 gradi che hanno investito i quattro operai..ANSA

buttrio. Un difetto di notifica a uno degli imputati (Dario Fabbro, presidente di Danieli Centro Cranes spa) e salta l’udienza preliminare davanti al gup Elena Lazzarin. Rinvio d’obbligo e non a breve termine, il prossimo 26 marzo. Ma il motivo c’è: per la tragedia alle Acciaierie Venete, in corso Francia, due compagnie di assicurazione si sono fatte avanti. E vogliono trattare il risarcimento dei danni con le famiglie delle vittime, gli operai Sergiu Todita, morto il 6 giugno nel Centro grandi ustionati dell’ospedale di Cesena dopo 24 giorni di agonia (a tutelare moglie e figli l’avvocato Annamaria Alborghetti), e Marian Bratu, 44, spirato il 26 dicembre scorso nell’ospedale di Padova al termine di un calvario durato sette mesi (moglie e figli sono assistiti dall’avvocato Ernesto De Toni).

In aula, ieri, c’erano tutti i difensori dei sei imputati: oltre a Fabbro, Alessandro Banzato e Giorgio Zuccaro, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione (cda) e direttore di Acciaierie Venete; Giampietro Benedetti, presidente del cda di Danieli Officine Meccaniche spa con sede a Buttrio e l’amministratore delegato Giacomo Mareschi Danieli; infine Vito Nicola Plasmati nella veste di amministratore delegato di Hayama Teac Service srl con sede a Fagagna. Le accuse contestate dal procuratore aggiunto di Padova Valeria Sanzari sono di omicidio colposo con la violazione di una serie di misure in materia di sicurezza sul lavoro; solo Plasmati deve rispondere di lesioni colpose ai danni di due dipendenti della sua ditta rimasti feriti. Hayama aveva in appalto le manutenzioni; il bilancino (l’accessorio impiegato per il sollevamento della siviera) è un esemplare unico fornito dalla Danieli. Oltre ai congiunti dei due lavoratori morti, sono pronti a costituirsi parte civile la Fiom Cgil, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro e due operai rimasti feriti.

La tragedia si consuma la mattina del 13 maggio 2018. I due operai Todita e Bratu vengono investiti dalla colata incandescente di acciaio fuso contenuto in una siviera agganciata al carroponte che la faceva “marciare” nell’area aziendale grazie a un perno che si è rotto. Il perno e l’insieme dei suoi componenti sarebbero stati sottoposti a carichi superiori ripetto a quelli per i quali erano stati progettati. —



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