Tragedia del Natisone, l’elicottero in ritardo e quei tre minuti fatali: accuse, errori e rilievi della Procura

Una concatenazione di negligenza e imperizia avrebbe causato la morte dei tre ragazzi. L’elisoccorso è arrivato sul Natisone alle 14.13 180 secondi dopo che i giovani sono stati spazzati via dalla corrente

Alessandro Cesare
I soccorritori a Premariacco nelle ore successive alla tragedia del Natisone
I soccorritori a Premariacco nelle ore successive alla tragedia del Natisone

Una manciata di minuti. L’elicottero arriva inutilmente. Troppo tardi. Quell’abbraccio che ha commosso e straziato, e che è finito ovunque, si è già sciolto. Da tre minuti. Una concatenazione di negligenza e imperizia potrebbe aver causato la morte di Cristian Molnar, 25 anni, Bianca Doros, 23 anni, e Patrizia Cormos, 20 anni, i tre giovani travolti dalla piena del fiume lo scorso 31 maggio, a ridosso del ponte Romano di Premariacco. Ne è convinta la Procura di Udine, secondo cui le quattro persone indagate, e cioè un operatore-infermiere della Sores, la Struttura operativa regionale emergenza sanitaria, e tre vigili del fuoco (un capoturno e due addetti della sala operativa), hanno messo in campo condotte colpose tali da impedire il salvataggio dei tre ragazzi, bloccati per 40 minuti in mezzo al Natisone.

 

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Se i quattro finiti sotto la lente della Procura si fossero comportati diversamente, facendo intervenire subito l’elisoccorso Fvg con a bordo il tecnico del Soccorso alpino, Cristian, Bianca e Patrizia potevano essere salvati. Intanto il primo interrogatorio in Procura è fissato per oggi, ma i legali degli indagati per omicidio colposo hanno già annunciato che non raccoglieranno l’invito fatto dal procuratore capo Massimo Lia e del sostituto procuratore Letizia Puppa.

La sequenza delle chiamate

La prima telefonata al Nue 112, Patrizia, mentre si trova sul greto del Natisone insieme a Bianca e Cristian, circondata dall’acqua, l’ha fatta alle 13.29. Ne è seguita un’altra alle 13.36. Entrambe sono state girate alla sala operativa dei vigili del fuoco di Udine. Tra le 13.38 e le 13.42 Nue e sala operativa hanno ricevuto altre tre chiamate da due cittadini e da un carabiniere in transito sul ponte Romano di Premariacco. Alle 13.48 ecco la terza chiamata di Patrizia, che ha invocato l’invio dell’elicottero visto che l’acqua stava salendo velocemente.

 

 

L’arrivo dei soccorsi

I primi a giungere sul posto, alle 13.55, sono stati i vigili del fuoco di Cividale, con un’autopompa serbatoio inutilizzabile per i soccorsi. Un altro mezzo dei pompieri da Udine, un’autoscala, ha raggiunto Premariacco alle 13.56, ma anche in questo caso il soccorso è stato impossibile per la distanza dei ragazzi, superiore al raggio d’azione del mezzo.

Le contestazioni ai vigili del fuoco

Al capoturno dei vigili del fuoco si contesta di aver disatteso la procedura operativa standard adottata dal Comando provinciale dei vigili del fuoco di Udine, secondo cui avrebbero dovuto essere inviate “le unità di intervento ritenute necessarie più prossime al luogo interessato”. Tradotto dalla Procura nel capo di imputazione significa che il capoturno ha omesso di dare disposizioni affinché fosse immediatamente chiesto alla Sores Fvg l’intervento dell’elicottero sanitario “Doppia India” di stanza alla base dell’Aeronautica posta tra Campoformido e Pasian di Prato che sarebbe giunto a Premariacco in circa 12-13 minuti (7 minuti per la preparazione e il decollo, 5-6 minuti per il tempo di volo). Ai due operatori in servizio quel pomeriggio, invece, viene contestato il fatto di non aver visualizzato subito le coordinate geografiche del luogo da cui Patrizia chiamava alle 13.29, come riportate nella scheda trasmessa dal Nue, non capendo quindi che l’intervento di soccorso avrebbe dovuto essere necessariamente effettuato con un elicottero della Sores.

Uno dei due operatori allertava alle 13.41 il reparto volo del vigili del fuoco di Venezia dimenticandosi però di provvedere all’inserimento della richiesta di missione nel sistema informatico dedicato. Adempimento realizzato solamente alle 14.02, dando modo all’elicottero di decollare solo tra le 14.03 e le 14.05, per raggiungere Premariacco alle 14.28. Troppo tardi per salvare la vita ai tre ragazzi.
 


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Gli errori della Sores

La Procura ha contestato all’operatore, a fronte della richiesta della sala operativa del Comando provinciale dei vigili del fuoco ricevuta alle 13.45, di non essersi attivato affinché fosse tempestivamente inviato in loco l’elicottero “Doppia India”. Non solo, non utilizzando la linea telefonica di emergenza dedicata, ha fatto trascorrere minuti preziosi, fino alle 14, quando ricevuto il via libera dalla direttrice del servizio, ha chiesto il decollo di “Doppia India”. L’elisoccorso ha lasciato la base di Campoformido alle 14.07, per giungere a Premariacco alle 14.13. I tre ragazzi erano appena stati trascinati via dal Natisone.

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L’interrogatorio

Oggi nessuno dei quattro indagati si presenterà nella sede della Procura di via Lovaria. Su questo punto gli avvocati si sono ritrovati d’accordo: Maurizio Miculan per l’operatore della Sores, Stefano Buonocore e Alfonso Mangoni per i vigili del fuoco. «Non presenzieremo in attesa di poter conoscere nel dettaglio il contenuto del fascicolo – è la posizione dei tre legali –. Solo allora ci sarà possibile comprendere le ragioni dell’addebito da parte della Procura ed elaborare una strategia difensiva».

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