Tragedia del Natisone, chi sono i quattro indagati: «Morte dei ragazzi causata da negligenza e imperizia nei soccorsi»
Il fascicolo della Procura di Udine ha un focus specifico sulla modalità di gestione dei soccorsi e sui tempi di intervento in particolare
La Procura di Udine ha fatto pervenire oggi, venerdì 31 gennaio, l’avviso di fine indagini alle quattro persone coinvolte nell’indagine sulla tragedia del Natisone: Michele Nonino, operatore della Sala operativa regionale emergenza sanitaria (Sores) e tre vigili del fuoco (il capoturno Andrea Lavia e due addetti, Luca Mauro ed Enrico Signor).
Risultano essere indagate con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, inghiottiti dal fiume Natisone lo scorso 31 maggio.
Il fascicolo, coassegnato al procuratore capo Massimo Lia e al sostituto procuratore Letizia Puppa, ha un focus specifico sulla modalità di gestione dei soccorsi e sui tempi di intervento in particolare.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Maurizio Miculan (l’operatore Sores), Stefano Buonocore e Alfonso Mangoni (i vigili del fuoco).
Cosa dice la Procura
Con questa accusa la Procura di Udine ha dunque formalizzato l'atto di conclusione delle indagini: «I quattro operatori, mediante condotte colpose concorrenti, per imperizia, negligenza e imprudenza, hanno cagionato la morte dei tre ragazzi, sorpresi da una piena improvvisa, mentre si trovavano sul greto del fiume Natisone, che li ha trascinati e uccisi per annegamento». L'agonia dei tre ragazzi travolti e uccisi dall'improvvisa piena del fiume Natisone, lo scorso 31 maggio, è durata ben 41 minuti, tempo che sarebbe stato sufficiente per inviare l'elicottero sanitario, dotato di verricello, e portarli in salvo.
I punti oscuri della vicenda
Diversi i punti su cui fare luce nella vicenda del Natisone. A cominciare dalle telefonate che uno dei tre ragazzi, Patrizia, ha fatto al Nue 112. La Procura ha avuto a disposizione i tabulati delle telefonate.
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Chi e perché ha scelto di attivare i vigili del fuoco e non l’elisoccorso o il soccorso alpino? È uno dei quesiti per cui le famiglie delle vittime vorrebbero ricevere risposta. La prima chiamata di Patrizia al Nue è arrivata alle 13.29, la seconda, non andata a buon fine, qualche minuto dopo. La terza alle 13.36, quando l’acqua aveva già raggiunto un’altezza preoccupante, la quarta alle 13.48. Nel frattempo i vigili del fuoco erano giunti sul posto ma nonostante i vari tentativi, non erano riusciti a raggiungere i tre ragazzi, strettisi nell’abbraccio diventato il simbolo di questa tragedia.
Due gli elicotteri levatisi in volo: alle 14.07 l’elisoccorso regionale da Campoformido, alle 14.03 il velivolo dei vigili del fuoco da Venezia. Entrambi raggiunsero il Natisone troppo tardi, quando Cristian, Bianca e Patrizia erano già stati trascinati via dalla corrente del fiume.
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