Tragedia Natisone, posizioni diverse tra le difese. Il legale dell’operatore Sores: «Era emergenza tecnica, non sanitaria»

Come annunciato, mercoledì 4 dicembre nessuno dei quattro indagati si è presentato in procura a Udine per l’interrogatorio. Da Trieste il vicepremier Salvini si schiera con i pompieri 

Alessandro Cesare
I soccorsi e le ricerche a Premariacco nelle ore successive alla tragedia
I soccorsi e le ricerche a Premariacco nelle ore successive alla tragedia

Nella giornata in cui si festeggiava il patrono dei vigili del fuoco, Santa Barbara, il vicepremier Matteo Salvini, da Trieste, ha speso parole di vicinanza verso i tre pompieri coinvolti nell’indagine per la morte dei tre ragazzi inghiottiti dalle acque del fiume Natisone, Cristian Molnar, 25 anni, Bianca Doros, 23 anni, e Patrizia Cormos, 20 anni. La Procura di Udine ha chiamato in causa anche una quarta persona, un operatore-infermiere della Sores, la Struttura operativa regionale emergenza sanitaria.

Nessuno di loro quattro si è presentato in via Lovaria per l’interrogatorio richiesto dal procuratore capo Massimo Lia e del sostituto procuratore Letizia Puppa.

Le parole di Salvini

«So l’impegno, la passione e i rischi che quotidianamente corrono migliaia di donne e uomini dei vigili del fuoco, per salvare vite – è stato l’incipit del vicepremier –. Non entro nel merito di una vicenda drammatica che ha visto alcuni morti, però mi è difficilissimo pensare che qualche vigile del fuoco abbia messo a rischio volontariamente la vita altrui, quindi conto che vengano riconosciuti come estranei a qualsiasi responsabilità nel più breve tempo possibile, perché processare i vigili del fuoco mi sembra l’ultima cosa utile da fare per questo Paese», ha chiuso.

L’interrogatorio mancato

Come annunciato dagli avvocati che le assistono, le quattro persone indagate per omicidio colposo (il capoturno e i due addetti delle sala operativa dei vigili del fuoco, e l’operatore della Sores), mercoledì 4 dicembre non sono andate in Procura per l’interrogatorio. «Ce l’hanno comunicato e ne prendiamo atto – ha detto il procuratore Lia –. Una scelta che non avrà conseguenze particolari. Andiamo avanti con il nostro lavoro. In questo momento non posso anticipare quali saranno i prossimi passi».

Gli avvocati che difendono gli indagati, Maurizio Miculan per l’operatore della Sores, Stefano Buonocore e Alfonso Mangoni per i vigili del fuoco, pur dimostrandosi concordi sulla decisione di non partecipare all’interrogatorio, hanno mostrato posizioni diverse rispetto alle contestazioni mosse dalla Procura.

I difensori dei pompieri

«Attendiamo la chiusura delle indagini preliminari per poter accedere al fascicolo – ha affermato Mangoni –. A quel punto potremo fare le nostre valutazioni. Il mio assistito ha la percezione di aver svolto in maniera corretta il proprio dovere, per questo avverte il peso di quanto accaduto. È padre e non è indifferente al dramma delle famiglie dei tre ragazzi. Confida di poter essere scagionato da tutte le accuse». Più cauto Buonocore: «La vicenda si presta poco a parlare, visto ciò che è accaduto. Entrare nel merito in questo momento ci sembra improvvido oltre che complicato. Non abbiamo visto gli atti, il fascicolo è in fase di indagini, le imputazione sono in bozza, e non siamo in grado di dire alcunché nel merito». A questo punto i due difensori attendono la notifica di fine indagini.

L’avvocato dell’infermiere

Più spregiudicato Miculan, che difende l’operatore della Sores: «La lettura del capo di imputazione rende possibili, da subito, due considerazioni – sono state le sue parole –. La Sores ha competenza per le emergenze di natura sanitaria, come nel caso del ferito da incidente stradale. Quella in oggetto non era un’emergenza di natura sanitaria, ma di natura tecnica, come risulta confermato dal fatto che, il Nue 112, non ha richiesto, come primo intervento, quello della Sores. La prima domanda a cui dovrà essere data una risposta – ha continuato il legale – è “può essere addossata una responsabilità colposa da ritardo a un soggetto che, per legge o regolamento, non ha competenza diretta nel tipo di intervento che si assume tardivo?”.

La seconda considerazione è di natura etico-morale e deriva dalla tragedia umana che questa vicenda si porta dietro. Da quando è stato richiesto, in via residuale, alla Sores l’intervento dell’elicottero sanitario del Servizio regionale, in 11 minuti il mio assistito ha, senza soluzione di continuità, effettuato tre telefonate e ricevuto due risposte operative dalla direzione regionale dell’elisoccorso. Il via libera definitivo per l’intervento dell’elicottero “Doppio India” è delle 14. Purtroppo, quell’elicottero, che pur è decollato e ha viaggiato rispettando i tempi ordinari di intervento, è arrivato in loco tre minuti dopo rispetto a quando la piena travolse i tre ragazzi. Cos’altro in più o di diverso avrebbe potuto o dovuto fare il mio assistito? Nessuna condotta colposa gli può essere contestata », ha concluso .

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