Tragico lancio, campione muore a 48 anni - FOTO
PORCIA. Tradito dalla passione di una vita e dal malfunzionamento di entrambi i paracadute. O forse da un malore in aria.
Tragedia ieri sera all’aeroporto Arturo Dell’Oro di Belluno: durante una sessione di lanci di allenamento in vista della gara di coppa del mondo in programma da domani a domenica, il campione di paracadutismo e istruttore - proprio al medesimo aeroporto Dell’Oro - Vasco Zaina, quarantottenne idraulico di Porcia, ha perso la vita schiantandosi al suolo.
Sulle cause dell’incidente indaga la polizia ed è stata aperta un’inchiesta dalla procura della Repubblica presso il locale palazzo di giustizia, ma chi ha assistito racconta di aver visto Zaina avvitarsi su se stesso, in posizione orizzontale, dopo aver aperto il paracadute di emergenza. Il primo, a quanto pare, non si era aperto del tutto.
Zaina lo ha sganciato, ha fatto ricorso a quello di emergenza ma di nuovo la vela non si è spiegata in maniera corretta. A quel punto l’uomo ha cominciato ad avvitarsi, prendendo sempre più velocità. Difficile determinare con precisione la velocità di caduta, ma un’amica stima che avrà raggiunto i 200 km all’ora.
L’impatto al suolo, di schiena, è stato durissimo. Zaina è apparso subito in condizioni disperate. I medici giunti sul posto dal più vicino ospedale di San Martino hanno tentato l’impossibile per rianimarlo ma l’uomo è spirato poco dopo l’arrivo in ospedale.
L’incidente rompe una calda giornata di lanci attorno alle 18.20. Le prime chiamate al centralino del Suem arrivano alle 18.22. Sono almeno sei o sette, perché sono in tanti in quel momento all’aeroporto cittadino. La gara di coppa del mondo incombe, i lanci di allenamento degli atleti si fanno più frequenti, e ci sono tanti appassionati che osservano il cielo.
Zaina, conosciutissimo sia a Porcia sia più in generale in tutta la provincia di Pordenone, era vicepresidente dell’associazione sportiva Paracadutismo Belluno, organizzatrice della gara (non si è fra l’altro ancora deciso se disputarla o meno, visto l’epilogo della giornata di ieri).
Era arrivato all’aeroporto in mattinata, e aveva lavorato in vista della prima giornata di competizione.
Verso sera aveva deciso di lanciarsi anche lui (avrebbe partecipato alla gara per il Free team).
L’aereo che lo porta in quota ha a bordo cinque atleti. Giunto a quota 3300 piedi (circa 1000 metri) i paracadutisti cominciano a lanciarsi nel vuoto.
Lo fa anche Zaina, ma qualcosa va storto. Non è ancora chiaro cosa sia successo in aria: c’è chi parla del malfunzionamento di entrambi i paracadute e chi, invece, ipotizza che l’esperto paracadutista possa aver avuto un malore.
Di sicuro Zaina era molto esperto, praticava questo sport da una vita. In pochi secondi l’uomo si schianta a terra, in mezzo alla pista di decollo e atterraggio.
Il personale medico del Suem, allertato dalle telefonate dei presenti, invia immediatamente sul posto un’ambulanza. Alle 18.30 arriva anche una volante della polizia e poi una pattuglia della squadra mobile, in supporto per le indagini, che scattano immediatamente.
Passano pochi minuti e giungono gli uomini della polizia scientifica, che raccolgono i paracadute. In supporto alle operazioni ci sono anche i carabinieri. Nel frattempo Zaina è in ospedale, dove ai medici non resta che constatare il decesso per i gravissimi traumi riportati nell’impatto con il terreno.
Vasco Zaina lascia la moglie, giudice internazionale di paracadutismo (sarebbe stata presente anche lei nel fine settimana per la gara di Belluno). La polizia ha raccolto diverse testimonianze, che daranno un supporto alle indagini. È stato avvertito subito anche il capo della procura. Alla magistratura, che ha aperto un’inchiesta, il compito di individuare le cause che hanno portato al tragico schianto.
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