Transalpina, sul confine c’è un albergo-fantasma

GORIZIA. Lo storico hotel sul confine è diventato un albergo-fantasma. Davvero strana, e a tutt’oggi poco chiara, la vicenda della Transalpina, ultrasecolare (è stato fondato nel 1909) e caratteristico “tre stelle” goriziano che, da via Caprin, si affaccia su quella che doveva essere la piazza simbolo della nuova Europa, il luogo passato alla storia per la caduta dell’ultimo muro fra Italia e Slovenia e che nel 2004 ospitò – presente l’allora presidente della commissione Ue, Romano Prodi – la festa per l’entrata della vicina Repubblica nell’Unione europea.
Bene, all’ingresso dell’albergo-ristorante campeggia un cartello con la scritta “Chiuso per lavori dall’8 giugno all’8 ottobre”. L’hotel, insomma, è rimasto chiuso per tutta l’estate, ma alcuni abitanti di via Caprin affermano che altri periodi di chiusura si erano succeduti a partire da gennaio e che, se in questi ultimi 4 mesi vi sono stati dei lavori, nessuno se ne è accorto.
Soltanto qualche macchina con targa slovena che arriva ogni tanto, le luci che si accendono e nessun altro segno di vita. Già, perché dal 2009 la proprietà dell’albergo è passata di mano da Mauro Gubana e dalla moglie Antonella Lapovich (ultima discendente della famiglia Grusovin alla quale è appartenuto l’hotel dalle sue origini) all’Alpina group, con sede a Udine, ma i cui principali soci sono sloveni.
Guardando il cartello di chiusura, spunta un ricordo: un anno fa, tracciando il bilancio di un’estate da dimenticare per gli albergatori goriziani, uno dei gestori della “Transalpina” aveva dichiarato che nel 2012, probabilmente, l’hotel in agosto sarebbe rimasto chiuso. Viene un dubbio: chiuso per restauri o per mancanza di clienti? O perché, come azzarda qualcuno, l’albergo è stato addirittura messo in vendita?
Per trovare una risposta digitiamo il numero di cellulare indicato sul cartello. Una, due, dieci chiamate. Nessuna risposta. Consultiamo l’elenco telefonico e scopriamo che alle voci “albergo” e “hotel” la Transalpina è scomparsa. Il mistero si infittisce. Diamo un’occhiata ai siti web e troviamo due numeri telefonici. Formuliamo il primo: “Il numero selezionato è inesistente”. Tentiamo con il secondo: “La sua linea non è abilitata al tipo di chiamata richiesta”.
Hotel-ristorante Transalpina, l’albergo fantasma. Chissà, forse l’8 ottobre se ne saprà qualcosa di più, anche se i nostri amici di via Caprim sono pronti a scommettere che comparirà, invece, un altro cartello indicante il prolungamento della chiusura.
L’albergo, 22 camere e tre mini-appartamenti, un grande salone-ristorante celebre per i banchetti di nozze, eleganti gazebo in giardino per cene all’aperto, in fondo sembra aver seguito la sorte dell’omonima piazza. Da luogo storicamente di primo piano e di grande fascino qual’era, con il suggestivo mosaico al centro e la monumentale stazione ferroviaria a due passi, si è trasformata in un posto dimenticato.
Doveva essere la piazza dell’amicizia e una delle principali attrazioni turistiche della città. Ora non ci viene più nessuno, giusto qualche turista per una foto ricordo. La Transalpina non aveva più clienti. Eppure – che strano – il bar Bordò, quello della stazione ferroviaria slovena, quest’estate aveva i tavolini all’aperto sempre pieni. Di goriziani.
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