Per trent’anni alla cancelleria del tribunale di Pordenone: addio a Crescenzia Chinellato
Aveva 81 anni, da tempo lottava contro una malattia. I funerali nella chiesa parrocchiale di Casarsa della Delizia
Quasi trent’anni di servizio alla cancelleria del tribunale di Pordenone. Uno spirito determinato e al contempo leggero e sorridente, quello di Crescenzia Chinellato, che ora affiora nei cuori dei tanti che tra i corridoi del Palazzo di giustizia hanno potuto godere della sua conoscenza.
Sabato 4 gennaio, alle 11, i funerali nella chiesa parrocchiale di Casarsa della Delizia per l’ex cancelliera, spentasi all’età di 81 anni, a causa di una malattia che l’aveva colpita da tempo. Era vedova.
In segno di lutto al tribunale di Pordenone sono state issate bandiere a mezz’asta. Chinellato, originaria di Mestre, aveva prestato il primo incarico in pretura a Camposampiero in provincia di Padova. Nel 1977 il trasferimento a Pordenone, dove è rimasta fino al pensionamento nel 2006. Al primo incarico come responsabile della cancelleria commerciale è seguito quello di addetta alla segreteria. Per diversi anni è stata consegnatario economo e anche assistente del presidente nelle udienze di separazione e divorzio.
L’ultimo incarico che ha svolto è stato alla volontaria giurisdizione nelle tutele e curatele che l’ha accompagnata fino al pensionamento.
A dedicarle un pensiero è Rodolfo Piccin, presidente del tribunale di Pordenone. «Ricordo il bene che la cara Crescenzia mi ha donato. Ha dedicato gran parte della sua vita al servizio pubblico, incarnando i valori di dedizione, integrità e responsabilità che sono il cuore dell’impegno a favore delle istituzioni. Ogni giorno, con la sua instancabile presenza, ha reso tangibile il senso di accoglienza alle persone fragili che dovrebbe contraddistinguere il servizio di ogni tribunale. Ricordo quando, senza attendere l’”avanti”, apriva la mia porta per sottopormi i casi umani più difficili: in quei momenti, opportuni o meno opportuni secondo l’insegnamento della Seconda lettera a Timoteo, emergeva chiaramente il suo spirito generoso e la sua determinazione a ricercare il bene per chi meno poteva. Sapeva ascoltare con attenzione e offrire un indirizzo prezioso; il suo umorismo veneziano era contagioso, il suo sostegno sincero. Il tribunale di Pordenone si stringe attorno alla sua famiglia, alla quale siamo vicini in questo momento difficile. Chiedo al Signore della Vita, per intercessione di Crescenzia, di saper mettere nel nostro impegno quotidiano dedizione e saggezza».
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