Treppo Carnico e Ligosullo insieme: c’è la firma

I sindaci dei due comuni della Carnia hanno siglato l’accordo che dà il via alla fusione. La procedura sarà però ancora lunga: passerà per un referendum per concludersi nel 2018

TREPPO CARNICO. Fusione ad alta quota. Treppo Carnico e Ligosullo si preparano a realizzare quella che sarà la prima fusione comunale in Carnia. Per fronteggiare le sfide che con sempre maggiore urgenza si pongono ai piccoli comuni, con casse vuote e personale ristretto.

Ieri i sindaci delle due comunità si sono trovati a Treppo Carnico (che conta 657 contro i 117 di Ligosullo) e alla presenza della presidente della regione Debora Serracchiani hanno firmato gli atti che danno il via alla procedure di fusione amministrativa.

Fusioni che l’amministrazione Serracchiani in altre occasioni ha guardato di buon occhio e avallato. Come il comune di Valvasone Arzene, visitato da Serracchiani qualche giorno prima, di cui vanta i successi: fondi sbloccati per la sistemazione urbana e per i lavori al castello, prima di allora fermi in Regione per le norme del patto di stabilità.

«Si parla molto dei problemi della montagna - ha dichiarato la presidente Serracchiani - e il rafforzamento delle comunità locali è una strada da percorrere per dare ai cittadini le risposte che attendono». La procedura non dovrebbe dunque incontrare ostacoli a Trieste.

Già perché il percorso amministrativo non è dei più brevi. Con l’atto di ieri si è data la prima spinta al sasso che, sperano quassù, possa rotolare dalla montagna a valle senza intoppi. La richiesta partita dai due comuni montani dovrà essere confermata in Regione e ottenuto l’ok si passerà alla fase successiva. Composta di due movimenti. Da un lato uno studio di fattibilità assegnato all’università di Udine, con il compito di analizzare pro e contro della fusione. I comuni, dal canto loro, dovranno iniziare una campagna d’informazione capillare tra i cittadini, affinché tutti conoscano le potenzialità, come le eventuali falle, dell’intera operazione. Questa serie di passaggi dovrebbe far saltare i fogli sul calendario fino ad arrivare al 2017.

A quel punto inizierà la fase finale e decisiva per l’accentramento. I consigli comunali dei due comuni si dovranno esprimere e dare avvio alla procedura referendaria. Ultima parola al popolo: una maggioranza favorevole all’unione in entrambi i comuni significherebbe “missione compiuta”. Probabilmente nel 2018.

Quali sono però i vantaggi che giustificano uno sforzo del genere? «Siamo due comuni molto piccoli con esigenza simili - spiega Luigi Cortolezzis, sindaco di Treppo Carnico -, razionalizzare è un’esigenza di fronte alla scarsezza di risorse e alla similarità dei problemi che dobbiamo affrontare. Tutto, è chiaro, parte dal fatto che siamo confinanti”.

Infatti i due comuni hanno già avviato un servizio comune di trasporto scolastico, per portare gli scolari nelle scuole di Paluzza e Cercivento.

Per Giorgio Morocutti, primo cittadino di Ligosullo, il sogno è mettere insieme i comuni dell’intera vallata, con Paluzza a fare da centro irradiatore di servizi. «Noi alla fusione pensiamo da tempo - racconta - . Provammo con Paularo, ma fu bloccata da un intoppo dovuto al decreto Bersani: avevamo due gestori della luce diversi, solo che ogni comune puo’ averne uno al massimo.

Adeguandoci avremmo pagato il 50 per cento in più. Impensabile». Con Treppo però il discorso è ben avviato, c’è fiducia. «La gente teme di perdere il municipio o le poste - aggiunge Morocutti - , ma rispetto alla possibilità di avere nuovi fondi e una struttura amministrativa più solida sono piccoli fastidi. Basta organizzare al meglio i trasporti».

La nebbia cala solo sul nome. Nessuno sindaco si sbilancia. «Formalità», dicono. Forse un nome aggregato o, come si sente in giro, Comune della Val Pontaiba. D’altronde se lo chiedeva anche Shakespeare: «Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa, anche se lo chiamassimo in un altro modo, serberebbe lo stesso dolce profumo». Toccherà ai cittadini l’ultima parola sull’aroma avvertito.

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