Tricesimo, folla ai funerali del motociclista morto a Reana

Il ricordo di Christian nelle parole degli amici: in moltissimi si sono stretti ai familiari, il rito concelebrato da quattro sacerdoti
Tricesimo 08 Giugno 2015 funerale zampa © Foto Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Tricesimo 08 Giugno 2015 funerale zampa © Foto Petrussi Foto Press - Massimo Turco

TRICESIMO. «Grazie per tutte le avventure vissute assieme. Sarai sempre nel nostro cuore». Sono le parole pronunciate, ieri pomeriggio, a Tricesimo in un duomo gremito, da un amico di Christian Zampa, il 25enne morto tragicamente venerdì, a Reana del Rojale, nel cortile dell’azienda dove il ragazzo lavorava come mulettista, cadendo dalla moto in quella che era una serata cominciata con una riunione conviviale per una felice ricorrenza e conclusasi in tragedia.

Parole di ringraziamento per un’amicizia sottolineate da un applauso corale ma, anche, un ricordo dello sfortunato giovane del quale sono stati evidenziati il sorriso, il suo essere capace di far tornare il buonumore e un altro pregio: l’essere sempre se stesso.

Tanti amici, ma anche colleghi della Nord est group, riconoscibili pure dalla maglietta della ditta; tanti giovani e meno giovani, molti incapaci di trattenere lacrime di fronte a questa morte prematura, soprattutto all’uscita del feretro di semplice legno chiaro.

Presenti al rito anche colleghi del padre: guardie giurate della Italpol. Tutti a stringersi ai genitori, alla sorella, ai nonni e ai parenti. Tra questi il prozio don Massimiliano Zanandrea, parroco di Gonars, che ha concelebrato assieme a don Michele Zanon, a monsignor Ariedo Iogna e, come ha sottolineato l’aciprete di Tricesimo, al rito ha voluto essere presente, in un momento così difficile, anche un padre salesiano, nel cui istituto Christian aveva studiato.

Davanti a questa morte improvvisa, don Ariedo ha fatto un paragone con la morte di Lazzaro: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto. Così Marta accoglie Gesù. A molti di noi sono venute spontanee le stesse parole quando abbiamo avuto notizia della morte di Christian.

La stessa cosa l’hanno pensata anche i genitori, la sorella, i nonni». Ma è la fede a dare certezza riguardo la resurrezione, hadetto sottolineando «l’uscita violenta e inattesa dalla vita di Christian che non deve separarci dall’ amore di Dio.

Christian ci ha solo preceduto. Seppure sentendoci tutti con l’acqua alla gola - l’amore di Dio non è facilmente riscontrabile in un caso come questo -, Dio ha ritenuto che i genitori, la sorella e i parenti fossero in grado di proseguire la strada senza di lui».

Monsignor Iogna si è poi rivolto agli amici di Christian, in particolare a chi c’era quando è successa la disgrazia: «Ricordare Christian con comportamenti di amicizia ma, anche, un compito: completare quello che Christian aveva in progetto».

Un incarico in un momento di grande dolore per una famiglia e una comunità, che ha avuto spazio anche per un pensiero verso il prossimo. Infatti, proprio davanti al portale del duomo, accanto al libro che raccoglie le partecipazioni al rito, la raccolta di offerte per l’asilo parocchiale.

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